La battaglia di Libera per una nuova giustizia sociale passa dall'analisi di emergenze “da affrontare con maggiore determinazione anche in questa fase di fine legislatura”. Sul tavolo dell'apposito gruppo di lavoro sanità, casa, caro vita, asili nido, “su cui nulla o poco è stato fatto nonostante il pressing del nostro gruppo”, afferma Matteo Ciacci. Tutte concause della denatalità, con un calo del 40% negli ultimi dieci anni. L'attenzione si focalizza sui giovani, i cui stipendi non reggono il peso dell'inflazione. Gli emendamenti accolti come l'aumento degli assegni familiari, delle percentuali per l'aspettativa e il congedo di paternità sono un primo passo – dice Giulia Muratori - ma non bastano. Da qui una serie di proposte a sostegno di famiglie e donne, vittime di disuguaglianze nel lavoro e ancora troppo spesso discriminate quando diventano madri.
Si guarda alla detassazione degli stipendi, al part time verticale e allo smart working. Libera torna a sollecitare il Governo a gestire meglio le risorse. “L'indebitamento non è il male assoluto ma il problema di fondo – accusa Mimma Zavoli - è l'incapacità di leggere i bisogni reali della gente”. Guarda alla sanità, alle liste d'attesa, a reparti in grave difficoltà, “riceviamo giornalmente proteste dai cittadini” – dice - temendo che l'immobilismo nella sanità pubblica porti verso quella privata. Libera annuncia un odg per revisionare la legge sul mutuo prima casa, e punta il dito contro le residenze atipiche, le cui ricadute positive sul territorio – denuncia Ciacci - sono minimali rispetto alle distorsioni che creano sul mercato degli affitti. Propone l'osservatorio immobiliare e snocciola alcuni dati: 2.500 appartamenti sfitti e 366 immobili rustici in pancia alle banche, senza dimenticare quelli incompleti che “non sono finiti nel veicolo NPL e che potrebbero essere riutilizzati per politiche di edilizia sociale”.