La riforma commerciale, la cui proposta di legge in prima lettura potrebbe arrivare in Consiglio a giugno, passa attraverso la drastica riduzione delle tabelle merceologiche, dalle attuali 26 a 4: alimentari, articoli per la casa, tecnologici e per la costruzione, abbigliamento e accessori, infine cura per la persona compresi articoli di lusso. Nella domanda, il richiedente è tenuto ad indicare il tipo di prodotto che offre.
Oggi per ogni sede di attività occorre una licenza: domani, la riforma porterà a due le sedi per ogni licenza. Anche le procedure burocratiche saranno semplificate: fino a 300 mq di superficie il rilascio avverrà d’ufficio, da 300 a 1.500 mq è prevista l’autorizzazione della Commissione Commercio, da 1.500 ai 5.000 servirà anche il parere della Giunta di Castello. Per i centri commerciali, al momento non sono previste modifiche al loro numero: si attende la nuova normativa urbanistica.
Cambierà anche la Commissione Commercio: le organizzazioni sindacali lasceranno posto alle associazioni dei consumatori. Non più licenze stagionali ma annuali e per quanto riguarda gli orari di apertura, nei periodi di grande affluenza anche le attività fuori del centro storico potranno superare le 13 ore giornaliere previste.
Largo anche agli spacci aziendali all’interno delle imprese, e per saldi e vendite straordinarie sarà la Commissione commercio a decidere di volta in volta i periodi.
Su benefici fiscali e abbattimento monofase, nessuna concessione a pioggia, ma solo per quegli operatori che si adegueranno alle richieste previste nel piano di sviluppo.
Ma la novità maggiore riguarda l’apertura ai non residenti delle licenze commerciali, finora considerato un tabù. L’idea è trasformare una licenza individuale con un certo numero di anni di attività alle spalle in srl commerciale, dove la quota del 51% del capitale sociale, oggi esclusiva dei residenti, possa appartenere anche agli investitori esterni, previa ampia e dettagliata valutazione di un nuovo organismo, la Consulta del Commercio, che darà parere vincolante, per evitare aperture indiscriminate e selvagge.
Legge sul commercio: i commenti delle categorie economiche
“A caldo possiamo solo dire che non vediamo alcuno strumento che possa risollevare le sorti del settore' – sostiene il vicepresidente Usc, Giorgia Gasperoni. “Pensare che i capitali esterni e l’aumento delle attività possano risolvere la crisi sarebbe superficiale, pertanto crediamo che il Segretario Felici abbia degli assi nella manica che intende scoprire nel corso del confronto”. “Certamente – conclude - non mancheremo di inoltrare delle proposte concrete in questo senso, oltre a svolgere il nostro ruolo di tutela degli operatori del commercio.” Di diverso avviso l’Organizzazione degli Imprenditori che ribadisce il giudizio positivo sulla riforma della legge sul commercio per la possibilità da parte di un titolare di licenza commerciale al dettaglio, di avere due sedi per la vendita; per la riduzione dalle 26 tabelle ai 4 settori merceologici; per la possibilità di cessione delle licenze individuali a persone giuridiche aventi quote di maggioranza appartenenti a non residenti. Osla punta inoltre sui saldi quale strumento competitivo per vincere la concorrenza della vicina Italia; positivo, infine, anche il giudizio sull’apertura degli spacci aziendali. Un ultimo accenno poi alla riduzione dell’aliquota della monofase prevista dalla Finanziaria 2005 ma non citata dalla legge, per cui si auspica a breve un positivo riscontro.
Oggi per ogni sede di attività occorre una licenza: domani, la riforma porterà a due le sedi per ogni licenza. Anche le procedure burocratiche saranno semplificate: fino a 300 mq di superficie il rilascio avverrà d’ufficio, da 300 a 1.500 mq è prevista l’autorizzazione della Commissione Commercio, da 1.500 ai 5.000 servirà anche il parere della Giunta di Castello. Per i centri commerciali, al momento non sono previste modifiche al loro numero: si attende la nuova normativa urbanistica.
Cambierà anche la Commissione Commercio: le organizzazioni sindacali lasceranno posto alle associazioni dei consumatori. Non più licenze stagionali ma annuali e per quanto riguarda gli orari di apertura, nei periodi di grande affluenza anche le attività fuori del centro storico potranno superare le 13 ore giornaliere previste.
Largo anche agli spacci aziendali all’interno delle imprese, e per saldi e vendite straordinarie sarà la Commissione commercio a decidere di volta in volta i periodi.
Su benefici fiscali e abbattimento monofase, nessuna concessione a pioggia, ma solo per quegli operatori che si adegueranno alle richieste previste nel piano di sviluppo.
Ma la novità maggiore riguarda l’apertura ai non residenti delle licenze commerciali, finora considerato un tabù. L’idea è trasformare una licenza individuale con un certo numero di anni di attività alle spalle in srl commerciale, dove la quota del 51% del capitale sociale, oggi esclusiva dei residenti, possa appartenere anche agli investitori esterni, previa ampia e dettagliata valutazione di un nuovo organismo, la Consulta del Commercio, che darà parere vincolante, per evitare aperture indiscriminate e selvagge.
Legge sul commercio: i commenti delle categorie economiche
“A caldo possiamo solo dire che non vediamo alcuno strumento che possa risollevare le sorti del settore' – sostiene il vicepresidente Usc, Giorgia Gasperoni. “Pensare che i capitali esterni e l’aumento delle attività possano risolvere la crisi sarebbe superficiale, pertanto crediamo che il Segretario Felici abbia degli assi nella manica che intende scoprire nel corso del confronto”. “Certamente – conclude - non mancheremo di inoltrare delle proposte concrete in questo senso, oltre a svolgere il nostro ruolo di tutela degli operatori del commercio.” Di diverso avviso l’Organizzazione degli Imprenditori che ribadisce il giudizio positivo sulla riforma della legge sul commercio per la possibilità da parte di un titolare di licenza commerciale al dettaglio, di avere due sedi per la vendita; per la riduzione dalle 26 tabelle ai 4 settori merceologici; per la possibilità di cessione delle licenze individuali a persone giuridiche aventi quote di maggioranza appartenenti a non residenti. Osla punta inoltre sui saldi quale strumento competitivo per vincere la concorrenza della vicina Italia; positivo, infine, anche il giudizio sull’apertura degli spacci aziendali. Un ultimo accenno poi alla riduzione dell’aliquota della monofase prevista dalla Finanziaria 2005 ma non citata dalla legge, per cui si auspica a breve un positivo riscontro.
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