C’è accordo pieno tra le forze di maggioranza sulla legge elettorale e la terza fase di consultazioni, che si apre domani, dovrà ricercare le desiderate condivisioni. L’auspicio è che siano le più ampie possibili, che la legge cioè, che si appresta a vivere l’iter consiliare di adozione, possa registrare il favore se non di tutte di diverse forze politiche.
La prima bozza del testo è già stata consegnata ai altri partiti e dopo una attenta valutazione si apre ora il passaggio delle osservazioni specifiche. Non mancano i nodi da sciogliere, in particolare quelli che riguardano l’ipotesi del secondo turno e la soluzione per il voto estero. Qualche perplessità anche sulla norma transitoria, meglio nota come norma antiribaltone. In questo caso c’è da stabilire la sua entrata in vigore, se cioè ritenerla operativa da subito, dalla data di approvazione della legge elettorale, o se considerarla vigente dalla fine della legislatura. Due le scuole di pensiero, anche se la prima soluzione sembra prevalere. Il rischio, diversamente, sarebbe quello di una legge che fissa il principio delle coalizioni preventive ma che fino alle elezioni del 2011 non verrebbe applicato. Di conseguenza una eventuale crisi di governo verrebbe risolta con il criterio della vecchia normativa.
La discussione è aperta anche su altri aspetti minori, ma non per questo meno importanti, come, ad esempio, il premio di maggioranza, la clausola che deve consentire ad una coalizione di governare con tranquillità, indipendentemente dallo scarto di voti con i quali si è aggiudicata la consultazione elettorale. Un accorgimento teso a garantire stabilità e governabilità.
Poi c’è la questione dello sbarramento, del limite cioè eventualmente imposto ai partiti per una rappresentanza in Consiglio Grande e Generale. Faccenda delicata, questa, che va a toccare tocca gli aspetti della libertà e delle garanzie democratiche. Un accorgimento pensato per combattere il fenomeno della disgregazione politica. In termini tecnici si chiama infatti norma anti frammentazione, ma nella bozza di riforma non è stata contemplata.
Certo se ne discute, e le ipotesi non mancano: si parla di un limite minimo di 2 consiglòieri eletti per ogni lista, pena la non rappresentanza consiliare; uno sbarramento che in termini percentuali si attesterebbe intorno al 3,2 per cento degli aventi diritti al voto. Chi non registrasse il favore di un numero minimo di elettori non siederebbe in assemblea, ma questa – ripetiamo – è un’ipotesi sulla quale si intende aprire la discussione e la bozza di legge elaborata non lo prevede.
Domani saranno i Sammarinesi per la Libertà ad aprire le consultazioni, mentre subito dopo Pasqua, mercoledì, toccherà ai Democratici di Centro e al Polo dei Moderati, composto da Popolari, Nuovo Partito Socialista, Noi sammarinesi e Alleanza Nazionale. A chiudere i colloqui la democrazia Cristiana, con la quale l’appuntamento è già fissato per giovedì prossimo .
La prima bozza del testo è già stata consegnata ai altri partiti e dopo una attenta valutazione si apre ora il passaggio delle osservazioni specifiche. Non mancano i nodi da sciogliere, in particolare quelli che riguardano l’ipotesi del secondo turno e la soluzione per il voto estero. Qualche perplessità anche sulla norma transitoria, meglio nota come norma antiribaltone. In questo caso c’è da stabilire la sua entrata in vigore, se cioè ritenerla operativa da subito, dalla data di approvazione della legge elettorale, o se considerarla vigente dalla fine della legislatura. Due le scuole di pensiero, anche se la prima soluzione sembra prevalere. Il rischio, diversamente, sarebbe quello di una legge che fissa il principio delle coalizioni preventive ma che fino alle elezioni del 2011 non verrebbe applicato. Di conseguenza una eventuale crisi di governo verrebbe risolta con il criterio della vecchia normativa.
La discussione è aperta anche su altri aspetti minori, ma non per questo meno importanti, come, ad esempio, il premio di maggioranza, la clausola che deve consentire ad una coalizione di governare con tranquillità, indipendentemente dallo scarto di voti con i quali si è aggiudicata la consultazione elettorale. Un accorgimento teso a garantire stabilità e governabilità.
Poi c’è la questione dello sbarramento, del limite cioè eventualmente imposto ai partiti per una rappresentanza in Consiglio Grande e Generale. Faccenda delicata, questa, che va a toccare tocca gli aspetti della libertà e delle garanzie democratiche. Un accorgimento pensato per combattere il fenomeno della disgregazione politica. In termini tecnici si chiama infatti norma anti frammentazione, ma nella bozza di riforma non è stata contemplata.
Certo se ne discute, e le ipotesi non mancano: si parla di un limite minimo di 2 consiglòieri eletti per ogni lista, pena la non rappresentanza consiliare; uno sbarramento che in termini percentuali si attesterebbe intorno al 3,2 per cento degli aventi diritti al voto. Chi non registrasse il favore di un numero minimo di elettori non siederebbe in assemblea, ma questa – ripetiamo – è un’ipotesi sulla quale si intende aprire la discussione e la bozza di legge elaborata non lo prevede.
Domani saranno i Sammarinesi per la Libertà ad aprire le consultazioni, mentre subito dopo Pasqua, mercoledì, toccherà ai Democratici di Centro e al Polo dei Moderati, composto da Popolari, Nuovo Partito Socialista, Noi sammarinesi e Alleanza Nazionale. A chiudere i colloqui la democrazia Cristiana, con la quale l’appuntamento è già fissato per giovedì prossimo .
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