Con le modifiche approvate dal Consiglio Grande e Generale alla legge elettorale, gli elettori residenti in territorio potranno esprimere tre preferenze, mentre gli elettori esteri ne potranno esprimere una.
E' il risultato della mediazione, tra opinioni divergenti, al tavolo istituzionale, ma la scelta adottata genera una differenziazione che lascia i residenti all'estero con l'amaro in bocca: “Riteniamo ingiustificata questa disparità di trattamento – dichiara Otello Pedini, Presidente della Consulta dei sammarinesi residenti all'estero – che era già stata fatta, sempre in periodo estivo, nel 2008, ed eliminata dal referendum del 2016, dopo che 8 anni di esperienza avevano dimostrato l'assenza di effetti distorsivi, sul voto in generale.
Avrebbe avuto un senso – prosegue Pedini – se si fosse deciso di risolvere i problemi con un doppio collegio perché è chiaro che se un collegio elegge 50 consiglieri e uno ne elegge 10, il numero di preferenze deve essere diverso. Ma così, lasciando intatto il collegio unico nazionale, effettivamente, ci ha lasciato l'amaro in bocca”.