Onorevole Segretario di Stato,
da marzo 2011, mese nel quale ha iniziato la Sua avventura quale membro del Congresso di Stato, Lei rappresenta una delle figure decisionali per la nostra Repubblica e la vita dei sammarinesi e come tale dovrebbe agire: agire in maniera adeguata ed etica. Ci chiediamo dunque se sarà veramente l’etica il valore che dirigerà le sue decisioni perché, dopo il decreto di quest’estate, un altro atto decisamente “stravagante” sta compiendo assieme agli altri Congressisti: quello di “mettere nuovamente le mani in tasca” ai cittadini, dopo poco più di 3 anni da Banca del Titano, per salvare un'altra banca privata di cui Lei era il Presidente del Collegio Sindacale. Ciò che è amaro da digerire è la Sua dichiarazione, durante una conferenza stampa sul Credito Sammarinese, nella quale spiegava che nonostante la carica ricoperta non era presente durante la seduta di analisi dell’apertura del Conto Corrente incriminato poiché da tempo, a Suo dire, non partecipava più alle varie adunanze obbligatorie per legge. Ci domandiamo dunque se dobbiamo star tranquilli che il ruolo istituzionale che investe attualmente non lo porti avanti in modo superficiale come ha portato avanti quello di Presidente dell’organo di controllo di una banca in un periodo delicato per l’economia sammarinese.
Forse il buon senso avrebbe dovuto farLa desistere dall’intervento in prima persona visto l’innegabile conflitto d’interesse, ma si sa a San Marino questo aspetto è assai oscuro: incompatibilità, questo arcano sostantivo.
Non solo. E’ di queste ore la notizia che la Sua “amicizia” con Lavitola Le sia servita per procurarsi un incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano nel 2009 quando era uno dei due Capitani Reggenti: non dovrebbe allarmarsi di essere stato intercettato ma dovrebbe preoccuparsi del fatto che questo Suo amico sia indagato per associazione a delinquere. Dopo tutte queste criticità, sarebbe logica un’azione di morale da parte Sua ma anche la speranza è morta. Purtroppo, non crediamo ci siano più parole da aggiungere.
da marzo 2011, mese nel quale ha iniziato la Sua avventura quale membro del Congresso di Stato, Lei rappresenta una delle figure decisionali per la nostra Repubblica e la vita dei sammarinesi e come tale dovrebbe agire: agire in maniera adeguata ed etica. Ci chiediamo dunque se sarà veramente l’etica il valore che dirigerà le sue decisioni perché, dopo il decreto di quest’estate, un altro atto decisamente “stravagante” sta compiendo assieme agli altri Congressisti: quello di “mettere nuovamente le mani in tasca” ai cittadini, dopo poco più di 3 anni da Banca del Titano, per salvare un'altra banca privata di cui Lei era il Presidente del Collegio Sindacale. Ciò che è amaro da digerire è la Sua dichiarazione, durante una conferenza stampa sul Credito Sammarinese, nella quale spiegava che nonostante la carica ricoperta non era presente durante la seduta di analisi dell’apertura del Conto Corrente incriminato poiché da tempo, a Suo dire, non partecipava più alle varie adunanze obbligatorie per legge. Ci domandiamo dunque se dobbiamo star tranquilli che il ruolo istituzionale che investe attualmente non lo porti avanti in modo superficiale come ha portato avanti quello di Presidente dell’organo di controllo di una banca in un periodo delicato per l’economia sammarinese.
Forse il buon senso avrebbe dovuto farLa desistere dall’intervento in prima persona visto l’innegabile conflitto d’interesse, ma si sa a San Marino questo aspetto è assai oscuro: incompatibilità, questo arcano sostantivo.
Non solo. E’ di queste ore la notizia che la Sua “amicizia” con Lavitola Le sia servita per procurarsi un incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano nel 2009 quando era uno dei due Capitani Reggenti: non dovrebbe allarmarsi di essere stato intercettato ma dovrebbe preoccuparsi del fatto che questo Suo amico sia indagato per associazione a delinquere. Dopo tutte queste criticità, sarebbe logica un’azione di morale da parte Sua ma anche la speranza è morta. Purtroppo, non crediamo ci siano più parole da aggiungere.
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