Libera guarda alla crisi economica e in particolare a uno dei settori che – scrive – "più di altri stanno pagando gli effetti del lockdown, vale a dire, il comparto – titolari e dipendenti – dei servizi alla persona", parrucchieri ed estetiste. Il decreto 68, per Libera, norma questo tipo di attività con "provvedimenti difficilmente comprensibili, rischiando di aggravarne ulteriormente la situazione economica". Sull'apertura rimandata al 18 maggio: "comprensibile avere cautela verso servizi che prevedono contatto ravvicinato con il cliente, ma i dispositivi previsti dal Governo, per Libera, sono antieconomici e porteranno molti alla chiusura”. Come si può servire un solo cliente alla volta a prescindere dalle dimensioni del locale? Quali servizi potranno rendere i parrucchieri senza lavare i capelli al cliente, si chiede, suggerendo poi che lo Stato possa supportare economicamente le attività ad adeguare i propri locali dei presidi. “Giusto ripartire in sicurezza – scrive Libera – ma obbligare a seguire regole che non permettono alcun ritorno economico sa da presa in giro”.
Libera chiede risposte sul comparto della cura alla persona
7 mag 2020
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