"Bene il collocamento del Bond ma c'è poco da festeggiare, pur sempre di debito si tratta, e va restituito in tempi rapidi. Tre anni – fa notare Eva Guidi – hanno la coda corta”. Ed è proprio qui che si apre un'altra partita fondamentale: l'utilizzo delle risorse con responsabilità, condivisione, trasparenza, lungimiranza. Guai a riversarle nella spesa corrente. “Ogni centesimo va rendicontato a politica, categorie, forze sociali, cittadini”. “È forse l'ultima occasione di rilancio. Non possiamo fallire”.
Per raggiungere l'obiettivo, Libera indica tre passaggi portati a più riprese all'attenzione di Governo e maggioranza: riforme; lavoro ed infrastrutture; uscire dall'isolamento. “Si apre l'era della convivenza con il debito. La prima cosa da fare - per Giuseppe Morganti - è estinguere il prestito con la Cargill che strozza il paese”. Poi, in un'ottica di prospettiva, investire nello sviluppo, in ristrutturazioni aziendali, indirizzando l'economia verso quella transizione ecologica in atto fuori confine, “per non rimanere spiazzati”.
Impietosa l'analisi di Luca Boschi, che evidenzia il paradosso di un Congresso che da una parte fallisce sul tema vaccini mentre dall'altra produce un risultato positivo sul piano finanziario. “Ma se l'Italia – provoca - ha chiamato Mario Draghi per gestire 230 miliardi, qui abbiamo Marco Gatti. Non mi tranquillizza se penso a come la Dc ha amministrato i soldi pubblici. La storia degli ultimi 30 anni parla chiaro”. Punta poi il dito contro quella che definisce “l'egemonia totale del Pdcs, che ha umiliato gli alleati, già indeboliti dai fallimenti. Emblematica – fa notare – la conferenza stampa di ieri con i soli Beccari e Gatti, e la tirata d'orecchi a Ciavatta nel comunicato del partito”. Libera teme che la liquidità non venga impiegata in investimenti per lo sviluppo. "Gatti ha dichiarato che i soldi del Prestito Ponte sono finiti nel bilancio dello Stato. L'opposto - dice Boschi - di quello che ha detto Draghi al senato".
Nel servizio l'intervista a Eva Guidi