60 candidati, rappresentano tutte le componenti della società civile – anche tre disoccupati -; molti i giovani, per oltre un terzo sono donne. Un programma “innovativo e accattivante” che – dicono – ruota attorno ai 17 obiettivi dell'Agenda ONU 2030 e segue due direttrici parallele: evidenziare le emergenze per darvi risposta; favorire sviluppo e competitività.
Ci sono tutte e quattro le componenti di quello che definiscono “un contenitore liberale e democratico, riformista e progressista”: Matteo Ciacci per Civico 10, Alessandro Bevitori e Michele Muratori per SSD, Dalibor Riccardi per Res e Rossano Fabbri di Mis.
“Superati i simboli”, pur rivendicando ciascuno la propria identità, origine e storia. Da subito “in piena simbiosi” - dicono - “non una ammucchiata - lanciando così una stoccata a Noi per la Repubblica - che ha guardato più allo sbarramento del 5%, che ad una reale aggregazione dell'area riformista”.
Libera torna ad esplicitare il metodo: “Ascolto dei problemi e confronto per risolverli; condivisione con le parti sociali”, rivendicando continuità con l'ultima parte di legislatura. E tre parole chiave nell'agire politico: “Competenza, capacità, onestà”
Nel video, l'intervista a Matteo Ciacci