Col voto referendario sulla libera professione medica la popolazione ha espresso la precisa volontà di tenere le logiche di profitto fuori dalla sfera sanitaria. Da allora sono passati due mesi. Nel frattempo le forze politiche schierate per il «sì» hanno accettato l’invito della maggioranza a sedersi attorno allo stesso tavolo per individuare delle soluzione condivise. Per quanto ci riguarda dobbiamo però segnalare la presenza di elementi di seria difficoltà e preoccupazione. In primo luogo il tavolo è attraversato da abboccamenti politici che niente hanno a che fare col referendum e che confondono di molto i ruoli tra le parti. Ma è soprattutto l’impostazione che la maggioranza vorrebbe imporre ad essere inaccettabile: negare l’interpretazione politica del responso elettorale a fronte di una interpretazione giuridica che vedrebbe il completamento del vecchio decreto sulla libera professione medica del 1991 – rientrato in vigore a seguito del referendum – con un regolamento che andrebbe a ricalcare la legge appena bocciata, in sfregio, ovviamente, alla democrazia.
La consultazione di alcune carte a cui abbiamo avuto accesso ci ha poi confermato come le argomentazioni utilizzate in campagna referendaria dai sostenitori della libera professione fossero in larga parte fasulle. Subito dopo l’approvazione della legge, alcuni medici, per esempio, avevano attuato degli escamotage per svolgere la libera professione anche sugli assistiti ISS; altri invece avevano presentato dei piani di lavoro del tutto insostenibili; abbiamo poi constatato in modo chiaro come in realtà la presenza di medici di alto livello, per lo più provenienti da fuori San Marino e legati all’ISS da contratti a convenzione, niente abbia a che fare con la legge sulla libera professione e che dunque le previsioni su di un ospedale di Stato svuotato dalle sue professionalità era solo uno spauracchio; molto problematica ci è apparsa poi la macchinazione fiscale che avrebbe permesso ai medici ISS di svolgere la libera professione in Italia in assenza di una partita IVA, con possibili attriti – del tutto inopportuni –verso l’Agenzia delle entrate e gli ordini professionali d’oltre confine.
Segnaliamo infine come conseguenza diretta di un provvedimento raffazzonato e disorganico la situazione di confusione che sembrerebbe essersi determinata all’interno della struttura ospedaliera. Da voci che ci giungono – e che troverebbero conferma nel comunicato del Coordinamento del personale ISS di pochi giorni fa – le condizioni di disparità interne al corpo sanitario avrebbero innescato delle forti tensioni che potrebbero avere pericolose conseguenze. Altri voci ancora parlano di liste di attesa non rispettata, di piani di sedute chirurgiche che vedrebbero lo scavalcamento di assistiti ISS con patologie importanti a favore di interventi svolti in libera professione.
Chiediamo dunque alla maggioranza di adoperarsi affinché venga al più presto dato seguito al volere degli elettori – anziché tentare di far rientrare dalla finestra ciò che è stato fatto uscire dalla porta. La salute del singolo, così come la salute collettiva, è il bene più prezioso e la sua tutela è uno dei compiti più importanti a cui è chiamata la politica. Ma per far ciò occorre superare storture e parzialità e riportare una visione complessiva di che cosa può e deve essere il sistema sanitario sammarinese, a partire dalla prevenzione (e non dal business).
Movimento Civico RETE
Maria Maddalena Bevitori, Augusto Gasperoni, Luca Lazzari (consigliere indipendente), Francesca Piergiovanni, Morena Ranocchini, Massimo Valentini
La consultazione di alcune carte a cui abbiamo avuto accesso ci ha poi confermato come le argomentazioni utilizzate in campagna referendaria dai sostenitori della libera professione fossero in larga parte fasulle. Subito dopo l’approvazione della legge, alcuni medici, per esempio, avevano attuato degli escamotage per svolgere la libera professione anche sugli assistiti ISS; altri invece avevano presentato dei piani di lavoro del tutto insostenibili; abbiamo poi constatato in modo chiaro come in realtà la presenza di medici di alto livello, per lo più provenienti da fuori San Marino e legati all’ISS da contratti a convenzione, niente abbia a che fare con la legge sulla libera professione e che dunque le previsioni su di un ospedale di Stato svuotato dalle sue professionalità era solo uno spauracchio; molto problematica ci è apparsa poi la macchinazione fiscale che avrebbe permesso ai medici ISS di svolgere la libera professione in Italia in assenza di una partita IVA, con possibili attriti – del tutto inopportuni –verso l’Agenzia delle entrate e gli ordini professionali d’oltre confine.
Segnaliamo infine come conseguenza diretta di un provvedimento raffazzonato e disorganico la situazione di confusione che sembrerebbe essersi determinata all’interno della struttura ospedaliera. Da voci che ci giungono – e che troverebbero conferma nel comunicato del Coordinamento del personale ISS di pochi giorni fa – le condizioni di disparità interne al corpo sanitario avrebbero innescato delle forti tensioni che potrebbero avere pericolose conseguenze. Altri voci ancora parlano di liste di attesa non rispettata, di piani di sedute chirurgiche che vedrebbero lo scavalcamento di assistiti ISS con patologie importanti a favore di interventi svolti in libera professione.
Chiediamo dunque alla maggioranza di adoperarsi affinché venga al più presto dato seguito al volere degli elettori – anziché tentare di far rientrare dalla finestra ciò che è stato fatto uscire dalla porta. La salute del singolo, così come la salute collettiva, è il bene più prezioso e la sua tutela è uno dei compiti più importanti a cui è chiamata la politica. Ma per far ciò occorre superare storture e parzialità e riportare una visione complessiva di che cosa può e deve essere il sistema sanitario sammarinese, a partire dalla prevenzione (e non dal business).
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Maria Maddalena Bevitori, Augusto Gasperoni, Luca Lazzari (consigliere indipendente), Francesca Piergiovanni, Morena Ranocchini, Massimo Valentini
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