“Unico Paese in Europa ancora senza vaccini, nessuna data certa sull'avvio delle somministrazioni”. Da Libera preoccupazioni e domande su tempi e modi della campagna vaccinale, tema cruciale “perché dal raggiungimento della immunità di gregge dipende la ripartenza del Paese – dice Vladimiro Selva – anche sul fronte economico”. “Ritardi inaccettabili e un accordo con l'Italia insufficiente” – rincara Giuseppe Morganti – con “una intesa raggiunta solo a gennaio, mentre poteva già essere chiusa a novembre, e per colpa di un Governo che ha disatteso gli impegni presi, adottando misure di gestione della pandemia disomogenee rispetto al territorio che ci circonda, perdendo così credibilità”; ma anche insufficiente rispetto alla quantità, nel rapporto di '1 ogni 1700 abitanti'”. Torna così a chiedere al Governo di battere strade alternative: “Pare – dice - che già in queste ore la Segreteria Esteri si stia muovendo in questa direzione, facendo leva sulla rete diplomatica e consolare”. Iss nel mirino e sono proprio i tre membri in Commissione Sanità a chiedere audizione del Comitato Esecutivo dell'ISS sul piano vaccinale, ma anche del Direttore dell'Authority dimissionario, Gabriele Rinaldi: “Vogliamo da lui la conferma – dice Selva – rispetto alle spiegazioni fornite del Segretario Ciavatta; ma soprattutto maggiore chiarezza sul Casale La Fiorina, visto che pare le tensioni con Rinaldi – prosegue Selva -siano sorte proprio per la gestione dell'emergenza nella RSA”.
Altro fronte aperto per Libera: la chiusura delle indagini sul caso Titoli e il relativo decreto emesso dal Tribunale. Formalizzata in Cancelleria la richiesta di acquisizione degli atti, torneranno a chiedere anche per il prossimo Consiglio un comma dedicato “su un argomento – dice Matteo Ciacci – che ha catalizzato l'attenzione mediatica e sostanziale nella scorsa legislatura e per il quale il governo di allora ha subito pesanti accuse di corruzione. Le responsabilità politiche in ambito giudiziario non sono emerse – rileva – anzi, ad emergere sono stati gli effetti virtuosi - sia rispetto al commissariamento di Banca CIS, con il recupero di 60 milioni; sia rispetto al caso titoli - derivanti dalla legge sulle risoluzioni bancarie da noi promossa, che prevede che a pagare siano anche gli amministratori”.
“Il caso titoli si è sgonfiato rispetto a quello che si prevedeva – dice ancora Giuseppe Morganti - ma c'è la necessità di capire se tutte le accuse emerse nel dibattito politico avevano concretezza oppure no. Il fatto chiaro però è uno: nel 'caso titoli' non c'è stata perdita patrimoniale. Ci sono state delle grandi irregolarità e queste vanno perseguite”.
E sulle responsabilità politiche torna Ciacci: “Nonostante le diffide, – dice – noi continueremo a chiedere a Denise Bronzetti di fare un passo indietro. Non è una battaglia personale, è questione di coerenza e di credibilità”.