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Liberalizzazione droghe leggere: la posizione dei partiti

3 gen 2007
Pianta di marijuana
Pianta di marijuana
Non condivide l’ipotesi di liberalizzazione delle droghe leggere la Democrazia Cristiana, che ritiene assolutamente garantista ed adeguata l’attuale legislazione in vigore. "E’ assurdo - sostiene il Capogruppo, Gabriele Gatti – pensare alla liberalizzazione in una realtà come quella sammarinese, che in conseguenza delle sue ridotte dimensioni vive in maniera pesante i rischi dei rapporti con l’esterno e quindi deve essere più rigida di altre realtà".
Contraria ad un atteggiamento antiproibizionista si dichiara anche Alleanza Popolare, che vede nell’ipotesi di liberalizzazione il rischio di aprire il varco per l’uso di sostanze di maggior danno. "L’approccio alle droghe pesanti – dichiara il coordinatore, Mario Venturini – passa sempre, inevitabilmente, attraverso l’avvicinamento alle droghe leggere. Per questo – aggiunge – si deve tenere un atteggiamento responsabile verso questi problemi”.
La definisce “la ricerca di una facile soluzione” il consigliere della lista civica Noi Sammarinesi, Marco Arzilli, che esprime una forte contrarietà. "Il problema esiste – dichiara – e non vogliamo certo bendarci gli occhi, ma va affrontato con grande serietà e con l’ausilio di chi nel problema è direttamente coinvolto ed una minor presenza invece della politica". Arzilli ritiene opportuno discutere della questione, mettendo allo stesso tavolo gli esperti, le famiglie, i giovani e gli operatori impegnati nel recupero sociale.
“Leggere o pesanti sono sempre droghe”, gli fa eco Glauco Sansovini di Alleanza Nazionale, per il quale la liberalizzazione aprirebbe le porte ad un consumo più diffuso, "come – dichiara – è avvenuto in Olanda. Dopo la liberalizzazione – evidenzia Sansovini – il numero dei tossicodipendenti è aumentato anziché diminuire. Si deve invece mettere in atto – prosegue l’esponente di Alleanza Nazionale - una campagna di informazione seria e responsabile diretta ai giovani, per aumentare la loro consapevolezza sui rischi e i danni derivanti dall’uso di droghe, unitamente ad un programma che crei i supporti necessari a garantire il recupero sociale di chi è entrato nella spirale della tossicodipendenza".
Assolutamente contraria è anche Monica Bollini: “nessun tabù – dichiara – siamo convinti se ne debba parlare, ma non in questi termini. Per l’esponente dei Sammarinesi per la Libertà si deve agire sulla prevenzione, coinvolgendo i giovani, le associazioni, le istituzioni scolastiche, le famiglie, per informare correttamente i ragazzi sulla pericolosità dell’uso di droghe, anche quelle leggere, che rappresentano – conclude - un’anticamera verso le droghe pesanti”.
Un problema che per Augusto Casali, Segretario del Nuovo Partito Socialista, va affrontato nella sua globalità e non visto secondo un’ottica parziale. "La scienza, la medicina – dichiara – deve venire incontro a chi deve prendere decisioni e fornire un supporto fondamentale alla politica". Riduttivo e forviante – per Casali – porre la questione nei termini semplicistici del proibizionismo o dell’antiproibizionismo.
Più complesso il ragionamento del Presidente del Partito dei Socialisti e dei Democratici, Giuseppe Morganti. “Qualche ragione chi propone il dibattito ce l’ha – dichiara - anche se non è uno dei temi principali del dibattito politico oggi. Il fenomeno – aggiunge Morganti - esiste ed è consistente, la politica dovrebbe tenerlo in considerazione in maniera più attenta". Sul tema specifico il Presidente del PSD non si dice scandalizzato rispetto ad una proposta di liberalizzazione, "considerato – aggiunge che l’effetto di una droga leggera è paragonabile a quello di altre sostanze diffuse e legali, come alcool e tabacchi che creano nella società danni maggiori. Nel nostro ordinamento – spiega – chi ne fa uso e chi spaccia sono posti sullo stesso piano e questo è sbagliato, anche se il giudice può fare ricorso all’esperimento probatorio per tentare un recupero sociale di chi è vittima della droga.
Il codice penale – spiega Morganti – offre un quadro anche del livello culturale di una società e questa parità di trattamento tra due diverse figure dello stesso problema non rappresenta una bella fotografia. Noi – conclude – non siamo in generale concordi con le logiche della repressione, e del proibizionismo, che rischiano di aprire le porte a devastanti forme di speculazione".

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