Dopo una settimana di polemiche, con minacce di crisi, ultimatum e riconciliazioni, sulla missione italiana in Libia la maggioranza che sostiene il governo Berlusconi si ricompatta. Dopo un lungo vertice presieduto dal presidente del Consiglio, il Pdl annuncia che voterà domani alla Camera la mozione della Lega relativa ai bombardamenti. Una mozione, quella del Carroccio, che mira a fissare una data certa alla fine della missione italiana in Libia. Data che viene subordinata nel testo concordato a un "accordo con le Organizzazioni Internazionali ed i Paesi alleati". Una precisazione che viene bollata come una “pantomima farsesca” dal centrosinistra, ma fa storcere il naso anche alla Nato: stabilire un calendario di fine operazioni è impossibile, fanno sapere dai vertici dell’Alleanza Atlantica, dove si spiega che la missione in Libia “durerà il tempo necessario”. La Lega è soddisfatta e Bossi canta vittoria. L’accordo, dicono in tanti nel Transatlantico di Montecitorio, oltre a confermare il suo peso determinante nei rapporti con Berlusconi gli farebbe incassare anche un sottosegretario in più nell’imminente rimpasto di governo. Il Pdl, al cui interno pure non mancano i mal di pancia per il compromesso raggiunto, non dispera di poter arrivare ad una mozione unitaria. Dall’opposizione, che pure vede posizioni distinte tra il Terzo Polo e il Pd da una parte e dall’altra Di Pietro, arrivano critiche al vetriolo. “E’ il solito tentativo di mettere insieme ciò che insieme non può stare, con molte furbizie", attacca dal Pd Anna Finocchiaro; e di “pantomima umiliante" parla il Terzo Polo.
Riproduzione riservata ©