All’indomani della lettera di Napolitano al Presidente della Commissione affari costituzionali Vizzini sul Lodo Alfano, il Quirinale conferma l’estraneità da “soggettive interpretazioni e generalizzazioni” della missiva. Per Berlusconi, tuttavia, non cambia nulla con l’intervento di Napolitano. “A questo punto – avrebbe dichiarato il premier al Corriere della Sera - chiederò che quella legge costituzionale venga ritirata. Porta con sé un meccanismo farraginoso per l’approvazione e in questo modo serve soltanto ad alimentare le polemiche strumentali dell’opposizione”. Il PdL intanto annuncia per martedì la presentazione al Senato di emendamenti. Secondo Gasparri non ci sarà alcun ritiro, anzi si andrà avanti spediti. “Quelle di oggi - ha detto - sono state solo indiscrezioni giornalistiche”. “Futuro e Libertà - ha affermato Fini - presenterà modifiche per la non reiterabilità del lodo”. Favorevole al ritiro del provvedimento l’UdC, per voce di Casini. Così come la capogruppo del Pd, Finocchiaro che ha annunciato di chiederlo formalmente, martedì, in commissione. Dalle fila dell’IdV invece si fa largo l’ipotesi che Berlusconi abbia paura di un eventuale referendum e della capacità degli italiani di smascherare il suo tentativo di svuotare la Costituzione.
s.p.
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