L’ufficio di presidenza non ha ritenuto ci fossero elementi in più rispetto a dicembre, con la prima richiesta di una commissione d’inchiesta, sostenendo che c’è già una inchiesta della magistratura che farà luce sulla vicenda. Immediata la reazione. Nuovi documenti ci sono, con le denunce di questi giorni, ha detto Monica Bollini dei sammarinesi per la libertà, e possiamo presentarli previa autorizzazione della magistratura, che deve comunque fare il suo corso, noi non vogliamo fare processi, ma sul piano politico andava fatta chiarezza. L’iniziativa politica non e’ in contrasto con quella giudiziaria, ha confermato Tito Masi, di AP ma un cittadino ha fatto i nomi, prosegue, è giusto fare luce sulle responsabilità politiche. La maggioranza vuole mettere una pietra sopra alla vicenda e allo stesso tempo non vuole essere accusata di non fare chiarezza. E’ Ivan Foschi di rifondazione a sottolineare che il progetto di legge sull’istituzione di una commissione d’inchiesta è già stato esaminato in prima lettura ora invece è in commissione, ma potrebbe morire li e non tornare in aula consigliare, il regolamento non prevede alcun termine. I popolari sottolineano l’aspetto che chiunque si sentisse accusato ingiustamente sarebbe il primo a voler fare chiarezza, qui, ha detto Angela Venturini, si fa il contrario. Tutta l’opposizione ha trovato la forza per chiedere ai partiti di ritrovare dignità conclude. Per Glauco Sansovini, di Alleanza Nazionale non c’è volontà politica di fare chiarezza: non si può lasciare l’ombra del dubbio nei cittadini. Per Augusto Casali di Nuova San Marino è sconvolgente che in Ufficio di Presidenza il partito socialista abbia mandato il proprio capogruppo ad autodifendersi. Dicono che vogliono chiarezza, prosegue Casali, ma e’ la terza volta che parliamo dei lotti ed e’ la terza volta che ci rispondono no.
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