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Mancata presa d'atto giudici: le opposizioni fanno quadrato intorno alla Reggenza

Sale la tensione sul tema Giustizia, dopo la dichiarazione di ammissibilità, da parte del Collegio Garante, del ricorso dei Magistrati Brunelli e Caprioli. Roberto Giorgetti, "situazione figlia di forzature"

5 dic 2019
Mancata presa d'atto giudici: le opposizioni fanno quadrato intorno alla Reggenza
Mancata presa d'atto giudici: le opposizioni fanno quadrato intorno alla Reggenza

La querelle, sulla mancata presa d'atto dei Giudici d'Appello, continua. Con un comunicato congiunto Rete, PDCS, Noi per la Repubblica ed Elego, hanno espresso “sincera e sentita vicinanza” alla Reggenza. Proprio i Capi di Stato, ieri, avevano convocato i capigruppo per comunicare l'ammissione, da parte del Collegio Garante della Costituzionalità delle norme, del ricorso per conflitto di attribuzioni presentato dai magistrati Brunelli e Caprioli.

Un atto diretto contro il Consiglio Grande e Generale, gli stessi Capitani Reggenti – in qualità di Presidenti dell'organismo -, l'Ufficio di Presidenza, e il Congresso di Stato. L'udienza è fissata per l'8 gennaio. Le forze di opposizione sottolineano tuttavia come la Reggenza, “già nell'Ufficio di Presidenza del 7 novembre”, avesse rappresentato come a causa dello scioglimento del Consiglio non fosse “possibile procedere con la presa d'atto”.

Nel comunicato, inoltre, si ricordano le istanze “dai contenuti contrapposti, presentate dai partecipanti del concorso, tra le quali una richiesta di autotutela”; da qui – secondo le opposizioni – l'obbligo, per la Reggenza, di “attendere che a dirimere queste vicende sia l'organismo competente”, il Consiglio Giudiziario Plenario, una volta insediato nella prossima legislatura. Se i Capi di Stato avessero deciso altrimenti – si rimarca nella nota – si sarebbe trattato di “uno sgarbo istituzionale inaccettabile”.

A stretto giro la replica di Roberto Giorgetti, che parla di “situazione figlia di forzature”, ed originata dal non voler prendere atto, nell'arco di 4 mesi, del procedimento amministrativo in questione. “Una scelta sconsiderata”, afferma l'esponente di Repubblica Futura. “Molti – continua – non hanno capito la questione di fondo inerente al conflitto di attribuzioni. Non è una denuncia nei confronti della Reggenza”. Ma si è chiesto, al Collegio Garante, “se spetti al Consiglio intervenire in via discrezionale sulla nomina di magistrati”. “Si adombra – conclude Giorgetti – una aperta violazione del principio di separazione dei poteri”.

Agli antipodi, il punto di vista delle opposizioni, che si dicono costernate per quelle che definiscono “le continue pressioni ed ingerenze perpetrate a fronte di decisioni assunte legittimamente dalle massime cariche istituzionali”. E ce n'è anche per il Congresso di Stato, che nella seduta del 25 novembre aveva autorizzato la spesa – fino ad un massimo di 10.000 euro – per il compenso del professor Angelo Piazza - già Presidente del Collegio Garante -, che in questo caso rappresenta i ricorrenti. La delibera sarebbe stata presa con una maggioranza di 4 contro 3. Per le opposizioni è inaccettabile venga stanziato “denaro pubblico” affinché Brunelli e Caprioli possano “intentare causa contro gli organi dello Stato”.

E a proposito di tutele legali, nell'incontro di ieri i Capitani Reggenti avrebbero comunicato di essersi rivolti all'Avvocatura dello Stato per avvalersi, per conto del Consiglio, della consulenza di un costituzionalista esterno. Il nome del professionista sarà indicato, a quanto pare, al termine di un confronto fra la Reggenza e l'Avvocatura.


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