64 mila detenuti in carceri che ne potrebbero ospitare non più di 47 mila. Oltre il 42% della loro capienza. Solo il 3,5 % di loro lavora, numeri che mettono in luce la vera difficoltà: cioè quella di una pena per redimere non per punire. Nicola Boscoletto della cooperativa Giotto di Padova snocciola dati e soluzioni: fornire umanità ai detenuti, non disu manità, attraverso una rieducazione che passi dalla dignità del lavoro. Per il ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri la vera battaglia è culturale. Il problema del sovraffolamento è gravissimo, prosegue, ma non vanno ignorati gli aspetti normativi e organizzativi. “Stiamo costruendo nuove carceri che prevedono spazi di socializzazione. Il ministro Alfano spinge sul lavoro nelle carceri ma chiede un punto di equilibrio: funzione rieducativa, pensando anche a chi, fuori dalle carceri, ha comunque subito una violenza. “L'Europa non può dimenticare sforzo umanitario di accoglienza che l'Italia ha pagato lo scorso anno 1 miliardo 200 milioni euro”, afferma il ministro all'interno.
Luciano Violante racconta quanto si è fatto, in termini normativi e parla di individuare un commissario straordinario. Un garante per il lavoro in carcere come presente in altri paesi, finanziato dall'Ue, così come intensificare l'uso del braccialetto elettronico, quale misura alternativa anche in funzione risparmio.
Giovanna Bartolucci
Luciano Violante racconta quanto si è fatto, in termini normativi e parla di individuare un commissario straordinario. Un garante per il lavoro in carcere come presente in altri paesi, finanziato dall'Ue, così come intensificare l'uso del braccialetto elettronico, quale misura alternativa anche in funzione risparmio.
Giovanna Bartolucci
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