Le dimissioni dei tre consiglieri di opposizione dalla Commissione Giustizia sono state un fulmine a ciel sereno e ieri sera i commissari di maggioranza hanno incontrato la Reggenza - prima della seduta del Consiglio - per informarla in qualità di organo super partes che presiede alle funzioni dei tre poteri dello Stato. Vogliono ristabilire la verità, anche alla luce dell’esposto presentato dal Consigliere Roberto Ciavatta che tirerebbe in ballo – scrivono - la stessa Commissione. Roberto Giorgetti, Pier Luigi Zanotti, Mimma Zavoli, Luca Santolini, Giuseppe Morganti ed Eva Guidi prima di tutto chiariscono che la seduta della Commissione Affari di Giustizia ha messo in evidenza, prima del suo epilogo, "il senso di responsabilità che un organo dello Stato deve far prevalere su ogni altra sensibilità". Era emersa una volontà comune: “è infatti certo che tutti i membri - scrivono - con grande prudenza rispetto alle problematiche, avevano condiviso un percorso che potesse affrontare una problematica oggettiva, messa in risalto anche dalle relazioni del Magistrato Dirigente, che riguarda il rapporto fra poteri dello Stato”. Linea di condotta – ribadiscono – condivisa all'unanimità ma poi miseramente smentita dai commissari che si sono dimessi per impedire che la commissione potesse continuare il suo lavoro teso a dare alla magistratura piena forza e autonomia nel condurre le inchieste. Rispediscono al mittente tutte le accuse: quelle di Ciavatta di voler mettere in discussione il ruolo del tribunale; quella del Presidente Ugolini di aver perso la propensione a decidere all'unanimità. Difatti – spiegano - proprio nell'ultima occasione si era arrivati alla prudente decisione di interpellare di nuovo il magistrato dirigente per ricevere chiarimenti e solo in seguito di informare la Reggenza. C'è il massimo riserbo sui contenuti della riunione, il segreto impedisce di entrare nelle merito delle delicate questioni ma nel definire assurdo l'atteggiamento della Bronzetti che dichiara di non voler alimentare lo scontro fra organi dello stato, i commissari di maggioranza precisano che l'"azione della commissione è appunto tesa a sanare uno scontro che è stato denunciato proprio dalla massima autorità del potere giudiziario". Si dicono quindi preoccupati perché parte dell'opposizione con le sue dimissioni si sta sottraendo alle proprie responsabilità, bloccando i lavori dell'organo il cui compito è di regolare conflitti e trovare le soluzioni più idonee. Rimarcano poi che il Presidente uscente si è sottratto ad ogni richiesta di confronto, nonostante la gravità dei problemi aperti, impedendo di trovare quelle soluzioni condivise che lui stesso ha auspicato.
MF
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