La questione ha ormai superato i confini. Sul Titano troupe televisive, reportage e anche il britannico Telegraph dedica spazio alle misure anti-Covid di San Marino, soffermandosi sulla contrapposizione tra territori vicini. Al centro dell'attenzione, la possibilità di bar e ristoranti di rimanere aperti fino alle 24. Così, dopo dichiarazioni, botta e risposta, articoli sui media e, non ultima, la lettera di 15 sindaci del Riminese in cui, in sostanza, si esorta la Repubblica ad allinearsi all'Italia, il Congresso di Stato interviene con un comunicato per rassicurare i territori limitrofi e inviare un messaggio sul rispetto delle regole. "Stiamo facendo tutto - spiega il Segretario Teodoro Lonfernini - in funzione di quello che è il nostro controllo del territorio da un punto di vista sanitario, delle attività e della gestione Covid che riteniamo assolutamente rispettosa per noi e per i territori limitrofi".
Tra i sindaci non tutti sono d'accordo con la lettera inviata ieri. I primi cittadini di San Leo e Coriano, confinanti con la Repubblica, si dissociano spiegando che non spetta ai Comuni esprimersi su questi argomenti. “È lo Stato italiano che deve colloquiare con quello sammarinese", dichiara il Sindaco di San Leo Leonardo Bindi . "Un sindaco -aggiunge - non ha le competenze di ambasciatore e di rapporto diretto con uno Stato sovrano come San Marino”.
Per il primo cittadino di Coriano, Domenica Spinelli, “i sindaci non devono e non possono tirare le orecchie a uno Stato sovrano. Ognuno deve svolgere le funzioni per le quali è stato eletto”. “Questa lettera – continua Spinelli – nasce solo perché San Marino ha emanato un decreto che non toglie speranza alle attività economiche”.
Nel servizio, le interviste a Teodoro Lonfernini (Segretario di Stato all'Informazione) e Leonardo Bindi (sindaco di San Leo)