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Il monito del Psd: "Non è il momento dei solisti, ma di parlare con voce unica"

10 apr 2010
PSD9
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C’è un Paese che grida e da l’allarme. Non si intravvede una via di uscita. Per il Psd siamo davanti ad un passaggio estremamente delicato nel rapporto con l’Italia. "L’introduzione nella black list di Tremonti è molto più che una ipotesi - sottolinea - è la posizione del governo è assolutamente arrendevole". "Nessuno - è l’analisi - in questo momento, può pensare di fare da solo. Il Segretario alle Finanze, nonostante il Patto abbia decretato la fine della sua esperienza di governo perché rappresenta un elemento di ostacolo nei rapporti con l’Italia, si ostina ad essere il maestro di cerimonie invece di farsi subito da parte". Questo attivismo, per il Psd, è sospetto e assomiglia a un accanimento terapeutico. "Non è il momento dei solisti - afferma il Felici - ma di un coro forte e determinato che porti all’Italia la voce dell’intero Paese. Va attivato un canale ufficiale e istituzionale fra i due Governi e ci si deve confrontare su una direzione di marcia condivisa". "Oggi - per il segretario del Psd - i cambiamenti sono imposti dall’esterno e decisi in poche ore, al chiuso della stanza del Congresso di Stato, senza coinvolgere il sistema San Marino". Giovagnoli ricorda i servizi di “Striscia la notizia” e dice: "basta una singola azienda perché diventi un problema di tutta la Repubblica". "Se a non esserci più è la credibilità del Paese - conclude Gerardo Giovagnoli - è tutto il Paese che deve rispondere".

Sonia Tura

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