Mario Monti andrà a battere i pugni al vertice di Bruxelles con in tasca la riforma del lavoro, ma senza una mozione unitaria con cui tutta la maggioranza si impegni a sostenerne gli sforzi.
Alla Camera il presidente del Consiglio non nasconde la difficoltà del prossimo appuntamento europeo. Dopo aver visto i leader della sua maggioranza, il professore promette di fare di tutto, “fino alla fine”, nel “negoziato difficile” per trovare una soluzione alla crisi dell’eurozona. E sottolineando che, “come dice Berlusconi, uno spazio negoziale c’è”, il presidente del Consiglio si dice forte del “conforto del Parlamento”, che con Enrico Letta lo esorta, se necessario, a ricorrere al diritto di veto. E non risparmia stoccate alla signora Merkel, rivendicando i successi riportati in questi mesi
dall’Italia: a partire dall’approvazione della riforma del lavoro, su cui tra oggi e domani a Montecitorio si votano quattro fiducie.
Per ora, Berlusconi invita i suoi a sostenere Monti. “Se cade è una catastrofe”, sottolinea il Cavaliere, pur prendendo atto che il 75% degli elettori del Pdl sono contro il governo tecnico. E candidandosi in un futuro governo Alfano a fare il ministro dell’Economia, al Professore dice: è l’ultima volta che ci adeguiamo. E a una mozione unitaria sull’Europa non si dovrebbe arrivare: Frattini non cede agli appelli di Letta e Casini, il quale a propria volta nega di voler fare da stampella al Pd.
E se è stallo sulla Rai, con l’ennesimo stop nella nomina dei nuovi consiglieri di amministrazione di Viale Mazzini, in commissione a Palazzo Madama salta il Senato federale, mentre l’intesa in vista tra Pd e Udc allontana la prospettiva delle primarie.
Da Roma Francesco Bongarrà
Alla Camera il presidente del Consiglio non nasconde la difficoltà del prossimo appuntamento europeo. Dopo aver visto i leader della sua maggioranza, il professore promette di fare di tutto, “fino alla fine”, nel “negoziato difficile” per trovare una soluzione alla crisi dell’eurozona. E sottolineando che, “come dice Berlusconi, uno spazio negoziale c’è”, il presidente del Consiglio si dice forte del “conforto del Parlamento”, che con Enrico Letta lo esorta, se necessario, a ricorrere al diritto di veto. E non risparmia stoccate alla signora Merkel, rivendicando i successi riportati in questi mesi
dall’Italia: a partire dall’approvazione della riforma del lavoro, su cui tra oggi e domani a Montecitorio si votano quattro fiducie.
Per ora, Berlusconi invita i suoi a sostenere Monti. “Se cade è una catastrofe”, sottolinea il Cavaliere, pur prendendo atto che il 75% degli elettori del Pdl sono contro il governo tecnico. E candidandosi in un futuro governo Alfano a fare il ministro dell’Economia, al Professore dice: è l’ultima volta che ci adeguiamo. E a una mozione unitaria sull’Europa non si dovrebbe arrivare: Frattini non cede agli appelli di Letta e Casini, il quale a propria volta nega di voler fare da stampella al Pd.
E se è stallo sulla Rai, con l’ennesimo stop nella nomina dei nuovi consiglieri di amministrazione di Viale Mazzini, in commissione a Palazzo Madama salta il Senato federale, mentre l’intesa in vista tra Pd e Udc allontana la prospettiva delle primarie.
Da Roma Francesco Bongarrà
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