Il presidente del PSD, Giuseppe Morganti, ritira le proprie dimissioni da consigliere. Le aveva presentate alla Reggenza nell’ultima sessione parlamentare, indignato per quelle che aveva ritenuto offese intollerabili contenute nell’intervento del capogruppo di Alleanza Popolare, Tito Masi. Con una nuova lettera, inviata sempre alla Reggenza, torna sui suoi passi considerato - spiega - che il mio grido d’allarme è stato ascoltato. Morganti cita la richiesta del suo partito, di anteporre l’interesse del gruppo ai motivi di risentimento personale, le testimonianze di solidarietà e gli inviti a proseguire sulla strada intrapresa, da parte di numerosi esponenti della politica e non solo. Nessuna scusa è arrivata da Masi, come Morganti aveva esplicitamente richiesto, ma in molti interventi delle forze di opposizioni si è chiarito che nessuno aveva voluto offendere il presidente del PSD al quale è stata rinnovata più volte la stima. 'Oltre alla indignazione – spiega Morganti – il mio gesto intendeva raggiungere due obiettivi: che il dibattito tornasse nell’alveo di una razionalità e che i problemi venissero affrontati con serietà invce di lanciare accuse e invettive a desta e manca. Obiettivi – dichiara – che i passaggi successivi hanno dimostrato essere stati raggiunti. Il compito che attende il Consiglio nei prossimi mesi sarà molto impegnativo – conclude – e io non intendo sottrarmi'.
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