L’avvocato Mino Martinazzoli esponente storico della Democrazia Cristiana, è deceduto dopo una lunga malattia. Nato ad Orzinuovi il 30 novembre del 1931, avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 30 novembre. Eletto segretario della Dc nel 1992, in pieno scandalo Tangentopoli, gli viene affidato il compito non facile di salvare il partito dalla disaffezione degli elettori e condurlo fuori dalla grave crisi di fiducia. Martinazzoli viene scelto col consenso di tutti per la sua reputazione di uomo onesto e anche in quanto "uomo del nord", e guida la Dc fino al suo scioglimento e trasformazione in Ppi, Partito popolare italiano, nel 1994. Negli anni della Dc fu più volte ministro: della Difesa, della Giustizia, e delle Riforme Istituzionali.
Nelle elezioni del ’94 fonda la coalizione Patto per l'Italia con Mario Segni, rifiutando di avvicinarsi alla Lega e alla nascente Forza Italia di Berlusconi. Ne esce perdente e si allontana per qualche anno dalla politica, tornandovi nella veste di sindaco di Brescia e più tardi, nel 2000, come sfidante di Roberto Formigoni nella corsa alla Regione Lombardia.
Forte il suo legame con San Marino. Nel settembre del 2008, ospite ad una conferenza degli Europopolari, ha parlato della sua esperienza politica e sottolineato come tornasse volentieri in un Paese dove “ancora esiste la Democrazia Cristiana”. Tante le reazioni e le riflessioni che i politici hanno rilasciato una volta appresa la notizia, sia in Italia che a San Marino. “Un uomo politico che ha onorato le istituzioni, che ha interpretato gli ideali del cattolicesimo democratico negli incarichi di governo ricoperti e nella guida della Dc”, ha detto Clelio Galassi, consigliere ed ex segretario alle Finanze. “Un uomo colto, un galantuomo che amava ragionare e non far politica a slogan. Con lui muore un pezzetto di storia d’Italia”.
I funerali martedì, alle 15.30, nel Duomo di Brescia; la camera ardente è stata allestita nella sua abitazione.
Nelle elezioni del ’94 fonda la coalizione Patto per l'Italia con Mario Segni, rifiutando di avvicinarsi alla Lega e alla nascente Forza Italia di Berlusconi. Ne esce perdente e si allontana per qualche anno dalla politica, tornandovi nella veste di sindaco di Brescia e più tardi, nel 2000, come sfidante di Roberto Formigoni nella corsa alla Regione Lombardia.
Forte il suo legame con San Marino. Nel settembre del 2008, ospite ad una conferenza degli Europopolari, ha parlato della sua esperienza politica e sottolineato come tornasse volentieri in un Paese dove “ancora esiste la Democrazia Cristiana”. Tante le reazioni e le riflessioni che i politici hanno rilasciato una volta appresa la notizia, sia in Italia che a San Marino. “Un uomo politico che ha onorato le istituzioni, che ha interpretato gli ideali del cattolicesimo democratico negli incarichi di governo ricoperti e nella guida della Dc”, ha detto Clelio Galassi, consigliere ed ex segretario alle Finanze. “Un uomo colto, un galantuomo che amava ragionare e non far politica a slogan. Con lui muore un pezzetto di storia d’Italia”.
I funerali martedì, alle 15.30, nel Duomo di Brescia; la camera ardente è stata allestita nella sua abitazione.
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