13 dipendenti in Cassa integrazione, tre filiali chiuse. L'intervento sui costi preoccupa Noi per la Repubblica. “Carisp - esordisce Alessandro Rossi – è un tema fondamentale per presente e futuro”. Nella lettura del presente l'attacco ad una classe dirigente “che non ha svolto – dice - analisi concrete sulle difficoltà del sistema, improvvisando soluzioni senza una visione di rilancio”. Punta il dito contro l'atteggiamento arrogante di politica e organi dirigenti, accusandoli di “sciacallaggio” nella gestione degli NPL. La cronistoria parte dall'allarme di Celli sulla liquidità fino alla perdita di 534 milioni “nascosta – dice Rossi - dentro la voce di bilancio “altre attività” garantita dallo Stato”. Non dimentica, poi, la “svalutazione dei crediti Delta”, con quelli sanitari che stanno garantendo a chi li ha acquistati – afferma - grandi utili.
Dopo gli errori, le soluzioni. Con un metodo nuovo: “la questione Cassa e Delta deve essere trattata come strategica per il paese soprattutto sul piano delle trattative bilaterali con l’Italia”. Tra le proposte: accordi per portare a San Marino conti correnti di Grandi Aziende Para statali Italiane e norme per rendere attrattivo il sistema sul fronte della attività riassicurative. E ancora: contratti di solidarietà e riduzione degli stipendi agganciata parzialmente alle performance generali della Banca. Soluzioni legate da una visione di sviluppo “unitaria”, con politica, Bcsm, Cda, Abs, dipendenti e sindacato pronti a lavorare insieme “con umiltà”.
Iro Belluzzi non dimentica però chi ha “aggredito il paese”, vuole che vengano individuate le responsabilità. Non risparmia critiche a Morganti, Capicchioni, e a quanti nel 2014 firmarono un accordo con Confuorti per la ristrutturazione del sistema bancario. “ Tutti ricollegati in Libera – dice –, con un partito che cambia nome per fare perdere le tracce”. Guarda a Carisp, “con 35 milioni di perdite l'anno. Ma il percorso - chiarisce – non può essere la Cassa Integrazione. Per Gerardo Giovagnoli è ora di cambiare punto di vista. “ Cassa è un valore, non un problema. Può essere lo strumento più efficace per la ripresa del paese”. E la vicenda Delta? “Lo spirito era giusto. L'errore - dice Giovagnoli - fu la mancanza di chiarezza e accordi con i nostri vicini". Il processo Varano, del resto, non è ancora concluso. “È una partita da giocare – afferma - possiamo pensare a risarcimenti. Una condanna del nostro paese, a quindici anni di distanza – conclude - non è tollerabile. Sarebbe uno smacco terribile sui cui la politica deve lavorare".