La proposta di legge è firmata dall’Unione per la Repubblica, favorevole il resto dell’opposizione, presente nel programma di governo del Patto. Dunque non sembrano, a vista, esserci ostacoli all’adozione del voto palese nelle votazioni consiliari. “Rappresenta l’essenza della democrazia parlamentare - dice l’Upr - consentendo quindi all’elettore di conoscere i comportamenti del proprio rappresentante”. Il rischio è che il partito o gruppo consiliare di riferimento, pretendano il rispetto assoluto della linea di partito, portando a votare non secondo coscienza, ma in modo da non mettere in crisi patto politico. Di fatto il voto, a regolamento, è già palese, ma basta che lo chieda almeno un consigliere, per trasformarlo in segreto. Per questo il Psd pone come condizione la responsabilizzazione di questo tipo di richiesta. Magari allargata a un certo numero di parlamentari. Le forze politiche si stanno confrontando anche su quali votazioni debbano restare, comunque, segrete, come in casi di votazione nominale. Aspetti politici all’ordine del giorno, o proposte che, per ragioni di riservatezza e di sicurezza, la Reggenza, sentito l’Ufficio di Presidenza, intenda trattare in seduta segreta. “E’ opportuna non una legge di parte – secondo il Pdcs – ma tramite regolamento consiliare, chiamato a fare chiarezza e utilizzare al meglio i tempi del Consiglio”. Il confronto è aperto. “Siamo a buon punto - dice la maggioranza - contiamo di accelerare i lavori per arrivare in aula il prima possibile”.
Giovanna Bartolucci
Giovanna Bartolucci
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