Cosa è cambiato nei rapporti tra Alvaro Selva e Fiorenzo Stolfi, dal 1991 ad oggi? Se lo domanda il Nuovo Partito Socialista, che richiama alla memoria la vicenda emersa nel gennaio ’91, quando la Dc e l’allora Partito Comunista erano al governo, e il Partito Socialista, all’opposizione, presentò un documento alla Reggenza sull’ex Segretario agli interni e deputato alla giustizia, Alvaro Selva. Nel documento si faceva riferimento ad un procedimento giudiziario nel quale l’imputato venne riconosciuto colpevole: nella sentenza di primo grado pronunciata dal Tribunale di Pesaro l’avvocato Selva veniva considerato teste inattendibile: “Siamo in presenza – si legge nel dispositivo – di un teste notaio, che sicuramente ha detto il falso ai giudici in relazione ad una vicenda, quella dei rapporti con Ferrini, che sicuramente non gli fa onore”. 'Tale vicenda innescò una reazione a catena - raccontano Augusto Casali e compagni - che portò prima alle dimissioni di Selva e poi alla caduta del governo'. E durante un dibattito consigliare Fiorenzo Stolfi chiese all’aula un parere sulla “moralità – si legge nei verbali – riferita ad un membro di Governo, Selva, personaggio che non ha caratteristiche per rappresentare le nostre istituzioni”. “Ed oggi – fa notare il Nuovo Partito Socialista – questi due personaggi, i cui nomi guarda caso abbiamo ritrovato anche nella vicenda dello scandalo dei lotti di Valdragone, si candidano nella stessa lista. Cosa è cambiato tra loro? Per noi nulla, tant’è che siamo ben felici – concludono – di portare avanti le stesse battaglie, ieri come oggi, a differenza di altri”.
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