Il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale rappresenta la ragione più profonda dell’istituzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e, allo stesso tempo, essa costituisce - tra le finalità che l’ONU persegue - quella la cui realizzazione è condizione necessaria perché anche gli altri fini (la promozione del rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, la cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale, culturale od umanitario, nonché lo sviluppo di relazioni amichevoli tra le nazioni) possano trovare concreta attuazione.
Il ruolo dell’Organizzazione in questo campo non solo non è mai venuto meno nel corso dei sessantadue anni dalla sua istituzione, ma anzi si è rinnovato e si rinnova costantemente adattandosi alle rapide e talvolta inaspettate evoluzioni dello scenario internazionale. Così, nel tempo, gli equilibri geopolitici sono andati modificandosi, sullo scenario internazionale si sono affacciati nuovi soggetti portatori di interessi diversi ed inediti e la pace e la sicurezza internazionale sono state messe a repentaglio da fenomeni che non potevano preoccupare i redattori della Carta di San Francisco.
Le Nazioni Unite sono dunque chiamate ad affrontare nuove sfide rappresentate da forme di minaccia alla pace che si diversificano e, purtroppo, spesso crescono in complessità e gravità.
È con questa consapevolezza che ho accettato l’incarico di nuovo Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite in Iraq. Spero che l’esperienza maturata negli anni passati, in Iraq ed in Libano, mi sarà utile. Se poi è innegabile che in situazioni come l’Iraq le esigenze di stabilità e sicurezza costituiscono una priorità assoluta perché si possa intraprendere un percorso di crescita concreta, è altrettanto vero che - perché possa poi davvero realizzarsi una pace duratura - occorre instaurare un dialogo fecondo tra culture e religioni diverse. Purtroppo un simile dialogo spesso fatica a trovare realizzazione anche in occidente ed è per questo che ogni sforzo compiuto in tale direzione deve essere salutato con estremo favore e particolarmente incoraggiato.
Così, per esempio, è stato molto significativo l’impegno a sostegno della promozione e dello sviluppo del dialogo fra le religioni e fra le culture quale presupposto fondamentale per la pace che la Repubblica di San Marino ha manifestato durante il semestre alla Presidenza di turno del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, conclusosi nello scorso maggio. La promozione di un dialogo interculturale e interreligioso ha anzi rappresentato una delle priorità della Presidenza sammarinese, ben consapevole di quanto sia indispensabile in una società sempre più multiculturale e multireligiosa eliminare ogni forma di intolleranza e discriminazione, fenomeni che purtroppo in passato hanno più volte macchiato la storia del continente europeo. Importante occasione di riflessione e dibattito sul tema è stata la Conferenza sul dialogo interculturale e interreligioso indetta a San Marino nello scorso aprile. La Conferenza ha riunito, a San Marino, numerosi rappresentanti delle religioni tradizionalmente presenti nel continente europeo (ebrei, cristiani e musulmani), rappresentanti della società civile e del mondo accademico, esperti e delegati degli Stati membri e osservatori del Consiglio d’Europa, per discutere sulle implicazioni della diversità culturale e religiosa alla luce dei valori europei fondamentali: democrazia, diritti dell’uomo e stato di diritto. Le conclusioni della Conferenza, alla quale partecipai in rappresentanza del Segretario Generale delle Nazioni Unite, sono contenute nella “Dichiarazione di San Marino”, adottata dai partecipanti il 24 aprile 2007 che rappresenta - insieme alla decisione di istituire “Incontri annuali” del Consiglio d’Europa sul dialogo tra comunità religiose e società civile - uno dei grandi successi della Presidenza sammarinese del Comitato dei Ministri.
In tale spirito, il Consiglio d’Europa ha successivamente affidato a San Marino l’incarico di coordinare il primo di tali annuali incontri, che si svolgerà nella primavera prossima. L’importanza del dialogo quale strumento per il rafforzamento della pace fra i popoli non è naturalmente questione trascurata nell’ambito delle Nazioni Unite, ma anzi anche in seno all’Organizzazione si moltiplicano gli sforzi in tale direzione. Tra qualche giorno, il 4 e 5 ottobre, si terrà infatti a New York un incontro ad alto livello indetto dalla stessa Assemblea Generale sul dialogo tra culture e religioni e la cooperazione per la pace. Nel corso di questo incontro sarà garantita ai rappresentanti dei diversi governi l’opportunità di confrontarsi con esponenti della società civile e rappresentanti delle diverse religioni, culture e prospettive. Sono particolarmente lieto di aver appreso che il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Fiorenzo Stolfi, parteciperà a tale incontro: questo mi pare significativo perchè conferma da una parte il concreto impegno della Repubblica di San Marino in materia - impegno che non si è esaurito con la conclusione del semestre alla Presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, ma che prosegue ed anzi si rinnova - e, dall’altra, l’importante contributo di San Marino alle attività delle Nazioni Unite. Le piccole dimensioni di questo Stato non devono infatti indurre a dimenticare quanto sul piano internazionale esso possa contribuire al perseguimento di interessi condivisi.
Non mi pare di poco conto la circostanza che proprio la Repubblica di San Marino, nella persona del suo Rappresentante diplomatico presso le Nazioni Unite, abbia ricevuto, nei mesi scorsi da parte di Haya Al-Khalifa, Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l’alto incarico di “mediatore”, nel processo di rivitalizzazione dell’Assemblea Generale avviato nel settembre 2006. La scelta, effettuata dal Presidente dell’Assemblea Generale ONU, di nominare San Marino nello svolgimento di un ruolo così delicato e fondamentale sul piano internazionale, attesta la fiducia dell’Organizzazione nella competenza e professionalità della Missione Diplomatica sammarinese a New York, ma è soprattutto un inequivocabile riconoscimento del ruolo che anche i piccoli Stati possono e debbono svolgere per favorire il dialogo ed il confronto su temi di importanza prioritaria e di così ampio respiro.
A seguito delle consultazioni che San Marino - con il Senegal - ha effettuato con tutti gli Stati membri sulle diverse tematiche, è stato predisposto un rapporto con proposte concrete per la rivitalizzazione del ruolo dell’Assemblea Generale. Il rapporto, consegnato al Segretario Generale, sarà quindi presentato all'Assemblea Generale nel corso dei suoi prossimi lavori. Mi sembra poi particolarmente interessante l’iniziativa che ha visto la fondazione dell’associazione no profit “lilliput club” che chiaramente intende costituire un’ulteriore opportunità di dialogo e confronto in particolare coinvolgendo i “lilliput del mondo” (i piccoli Stati, innanzitutto, ma anche le Ong, i sindacati dei lavoratori e le organizzazioni imprenditoriali) e conferendo loro la possibilità di dare un contributo - genuino in quanto scevro da interessi politici, macroeconomici e militari - alla soluzione di problemi che affliggono l’intera comunità internazionale.
A nulla l’impegno sul piano internazionale per la pace e lo sviluppo e la tutela concreta dei diritti dell’uomo varrebbe se poi all’interno delle singole realtà statali esso non trovasse una concreta attuazione. Anche su questo punto mi pare che l’esempio di San Marino sia tra i migliori. Particolarmente significativa la circostanza che San Marino - confermando il suo tradizionale impegno verso le persone disabili - abbia infatti quest'anno sottoscritto, lo stesso giorno dell'apertura alla firma, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone disabili, che rappresenta il primo strumento vincolante in materia, la cui importanza è determinata anche dal consistente contributo conferito, nel corso dei negoziati internazionali, da tutta la società civile.
Per concludere, soprattutto in occasione di un significativo momento della vita istituzionale di questa Repubblica, credo occorra sottolineare quanto sia importante che San Marino prosegua nella sua collaborazione all'attività delle Nazioni Unite e - in generale - mantenga viva la sua tradizionale collaborazione con gli altri piccoli Stati del mondo. Il contributo che la Repubblica di San Marino può dare al perseguimento delle finalità condivise dalla comunità internazionale è infatti particolarmente prezioso e, pertanto, irrinunciabile.
Desidero, infine, congratularmi vivamente con gli Eccellentissimi Capitani Reggenti nel giorno del loro insediamento e - certo che espleteranno con determinazione l’alto incarico conferito - auguro Loro ogni fortuna e successo per il prossimo semestre.
Il ruolo dell’Organizzazione in questo campo non solo non è mai venuto meno nel corso dei sessantadue anni dalla sua istituzione, ma anzi si è rinnovato e si rinnova costantemente adattandosi alle rapide e talvolta inaspettate evoluzioni dello scenario internazionale. Così, nel tempo, gli equilibri geopolitici sono andati modificandosi, sullo scenario internazionale si sono affacciati nuovi soggetti portatori di interessi diversi ed inediti e la pace e la sicurezza internazionale sono state messe a repentaglio da fenomeni che non potevano preoccupare i redattori della Carta di San Francisco.
Le Nazioni Unite sono dunque chiamate ad affrontare nuove sfide rappresentate da forme di minaccia alla pace che si diversificano e, purtroppo, spesso crescono in complessità e gravità.
È con questa consapevolezza che ho accettato l’incarico di nuovo Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite in Iraq. Spero che l’esperienza maturata negli anni passati, in Iraq ed in Libano, mi sarà utile. Se poi è innegabile che in situazioni come l’Iraq le esigenze di stabilità e sicurezza costituiscono una priorità assoluta perché si possa intraprendere un percorso di crescita concreta, è altrettanto vero che - perché possa poi davvero realizzarsi una pace duratura - occorre instaurare un dialogo fecondo tra culture e religioni diverse. Purtroppo un simile dialogo spesso fatica a trovare realizzazione anche in occidente ed è per questo che ogni sforzo compiuto in tale direzione deve essere salutato con estremo favore e particolarmente incoraggiato.
Così, per esempio, è stato molto significativo l’impegno a sostegno della promozione e dello sviluppo del dialogo fra le religioni e fra le culture quale presupposto fondamentale per la pace che la Repubblica di San Marino ha manifestato durante il semestre alla Presidenza di turno del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, conclusosi nello scorso maggio. La promozione di un dialogo interculturale e interreligioso ha anzi rappresentato una delle priorità della Presidenza sammarinese, ben consapevole di quanto sia indispensabile in una società sempre più multiculturale e multireligiosa eliminare ogni forma di intolleranza e discriminazione, fenomeni che purtroppo in passato hanno più volte macchiato la storia del continente europeo. Importante occasione di riflessione e dibattito sul tema è stata la Conferenza sul dialogo interculturale e interreligioso indetta a San Marino nello scorso aprile. La Conferenza ha riunito, a San Marino, numerosi rappresentanti delle religioni tradizionalmente presenti nel continente europeo (ebrei, cristiani e musulmani), rappresentanti della società civile e del mondo accademico, esperti e delegati degli Stati membri e osservatori del Consiglio d’Europa, per discutere sulle implicazioni della diversità culturale e religiosa alla luce dei valori europei fondamentali: democrazia, diritti dell’uomo e stato di diritto. Le conclusioni della Conferenza, alla quale partecipai in rappresentanza del Segretario Generale delle Nazioni Unite, sono contenute nella “Dichiarazione di San Marino”, adottata dai partecipanti il 24 aprile 2007 che rappresenta - insieme alla decisione di istituire “Incontri annuali” del Consiglio d’Europa sul dialogo tra comunità religiose e società civile - uno dei grandi successi della Presidenza sammarinese del Comitato dei Ministri.
In tale spirito, il Consiglio d’Europa ha successivamente affidato a San Marino l’incarico di coordinare il primo di tali annuali incontri, che si svolgerà nella primavera prossima. L’importanza del dialogo quale strumento per il rafforzamento della pace fra i popoli non è naturalmente questione trascurata nell’ambito delle Nazioni Unite, ma anzi anche in seno all’Organizzazione si moltiplicano gli sforzi in tale direzione. Tra qualche giorno, il 4 e 5 ottobre, si terrà infatti a New York un incontro ad alto livello indetto dalla stessa Assemblea Generale sul dialogo tra culture e religioni e la cooperazione per la pace. Nel corso di questo incontro sarà garantita ai rappresentanti dei diversi governi l’opportunità di confrontarsi con esponenti della società civile e rappresentanti delle diverse religioni, culture e prospettive. Sono particolarmente lieto di aver appreso che il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Fiorenzo Stolfi, parteciperà a tale incontro: questo mi pare significativo perchè conferma da una parte il concreto impegno della Repubblica di San Marino in materia - impegno che non si è esaurito con la conclusione del semestre alla Presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, ma che prosegue ed anzi si rinnova - e, dall’altra, l’importante contributo di San Marino alle attività delle Nazioni Unite. Le piccole dimensioni di questo Stato non devono infatti indurre a dimenticare quanto sul piano internazionale esso possa contribuire al perseguimento di interessi condivisi.
Non mi pare di poco conto la circostanza che proprio la Repubblica di San Marino, nella persona del suo Rappresentante diplomatico presso le Nazioni Unite, abbia ricevuto, nei mesi scorsi da parte di Haya Al-Khalifa, Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l’alto incarico di “mediatore”, nel processo di rivitalizzazione dell’Assemblea Generale avviato nel settembre 2006. La scelta, effettuata dal Presidente dell’Assemblea Generale ONU, di nominare San Marino nello svolgimento di un ruolo così delicato e fondamentale sul piano internazionale, attesta la fiducia dell’Organizzazione nella competenza e professionalità della Missione Diplomatica sammarinese a New York, ma è soprattutto un inequivocabile riconoscimento del ruolo che anche i piccoli Stati possono e debbono svolgere per favorire il dialogo ed il confronto su temi di importanza prioritaria e di così ampio respiro.
A seguito delle consultazioni che San Marino - con il Senegal - ha effettuato con tutti gli Stati membri sulle diverse tematiche, è stato predisposto un rapporto con proposte concrete per la rivitalizzazione del ruolo dell’Assemblea Generale. Il rapporto, consegnato al Segretario Generale, sarà quindi presentato all'Assemblea Generale nel corso dei suoi prossimi lavori. Mi sembra poi particolarmente interessante l’iniziativa che ha visto la fondazione dell’associazione no profit “lilliput club” che chiaramente intende costituire un’ulteriore opportunità di dialogo e confronto in particolare coinvolgendo i “lilliput del mondo” (i piccoli Stati, innanzitutto, ma anche le Ong, i sindacati dei lavoratori e le organizzazioni imprenditoriali) e conferendo loro la possibilità di dare un contributo - genuino in quanto scevro da interessi politici, macroeconomici e militari - alla soluzione di problemi che affliggono l’intera comunità internazionale.
A nulla l’impegno sul piano internazionale per la pace e lo sviluppo e la tutela concreta dei diritti dell’uomo varrebbe se poi all’interno delle singole realtà statali esso non trovasse una concreta attuazione. Anche su questo punto mi pare che l’esempio di San Marino sia tra i migliori. Particolarmente significativa la circostanza che San Marino - confermando il suo tradizionale impegno verso le persone disabili - abbia infatti quest'anno sottoscritto, lo stesso giorno dell'apertura alla firma, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone disabili, che rappresenta il primo strumento vincolante in materia, la cui importanza è determinata anche dal consistente contributo conferito, nel corso dei negoziati internazionali, da tutta la società civile.
Per concludere, soprattutto in occasione di un significativo momento della vita istituzionale di questa Repubblica, credo occorra sottolineare quanto sia importante che San Marino prosegua nella sua collaborazione all'attività delle Nazioni Unite e - in generale - mantenga viva la sua tradizionale collaborazione con gli altri piccoli Stati del mondo. Il contributo che la Repubblica di San Marino può dare al perseguimento delle finalità condivise dalla comunità internazionale è infatti particolarmente prezioso e, pertanto, irrinunciabile.
Desidero, infine, congratularmi vivamente con gli Eccellentissimi Capitani Reggenti nel giorno del loro insediamento e - certo che espleteranno con determinazione l’alto incarico conferito - auguro Loro ogni fortuna e successo per il prossimo semestre.
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