Logo San Marino RTV

I partiti di opposizione sulla vicenda di Alvario Selva

25 gen 2007
Augusto Casali non esita a definire la vicenda frutto di una “associazione mafiosa” che mette a repentaglio la credibilità delle istituzioni e di tutta la classe politica. Per tutti un fatto di inaudita gravità, e per questo incontrato i Capitani Reggenti. Mezz’ora di colloquio per chiedergli di essere garanti di chiarezza e da subito convocare l’ufficio di presidenza per inserire nel prossimo consiglio un comma per portare la vicenda Selva in un dibattito Consigliare. Casali ribadisce che nessuno ha intenzione di dimettersi, ma andare fino in fondo. “io ho altri documenti da consegnare: a chi? Si domanda, a questo presidente e ai commissari in combutta con Selva?”. Per Loris Francini questo attacco alle istituzioni conferma i sospetti che da parte della maggioranza ci fosse eccessiva frettolosità di chiudere l’inchiesta, anche alla luce di nuovi elementi. Due i comma che chiedono di inserire all’odg consiliare: uno sul dibattito politico per fare emergere le responsabilità, il secondo per chiedere la proroga dei lavori della commissione, perché -dice Romeo Morri– vada avanti con autorevolezza sia da parte del presidente che dei commissari. Il consiglio deve andare fino in fondo per riacquistare credibilità ma il chiarimento politico è fondamentale. Non è una semplice fuga di notizie –dice Marco Arzilli– qualcuno ha lavorato parallelamente alla commissione con uno dei principali indagati. Telegrafico Glauco Sansovini: “Il diavolo ha fatto la pentola ma non il coperchio”. “Non è accettabile che un imputato abbia fatto la relazione per il magistrato –ribadisce Giancarlo Venturini, chiede una Commissione che faccia il proprio lavoro con le giuste garanzie. “Speriamo che nella maggioranza ci sia qualche uomo di buona volontà per portare avanti questa chiarezza – agiunge Gian Marco Marcucci. Insomma prima la verifica delle responsabilità per poi portare a compimento i lavori di una commissione che al momento appare delegittimata, e che tornerà a riunirsi per l’esame dei documenti proprio questa sera. Una posizione arriva anche dai dissidenti Dc che si dicono indignati e ribadiscono: "noi l'avevamo detto". Riferendosi ad una politica malata, che ha perso qualunque connotazione di servizio alla comunità e ogni valore che le dovrebbe essere connaturato, per diventare una squallida schermaglia tra lobby di interessi e tra confraternite di malaffare. “Non resteremo inerti – concludono Dobbiamo, assieme, ricostruire un tessuto morale su cui in troppi hanno fatto violenza”.

Riproduzione riservata ©