Il Segretario di Stato, Marco Arzilli, si è sentito punto sul vivo dal comunicato stampa emesso dal Partito Socialista nei giorni scorsi e, perdendo le staffe, ha risposto con livore e parecchia confusione, segno evidente di un fenomeno molto grave per un politico: la perdita di lucidità.
Infatti, Arzilli è tornato in modo confuso sulla vicenda ai più nota come “Licenzopoli” per giustificare il proprio operato.
Al fine di soccorrere il Segretario all'Industria riteniamo sia giusto precisare alcune cose.
A proposito di “Licenzopoli” è bene ricordare che non si trattava di una sentenza ma bensì di un decreto di archiviazione e, come prevede la legge, il Segretario Arzilli avrebbe avuto la possibilità di impugnarlo di fronte al Giudice delle Appellazioni Penali. Sorge spontaneo un interrogativo: perché non lo ha fatto se la cosa era così importante come Egli afferma?.
Nessuno contesta l'istituzione di controlli successivi al rilascio della licenza d’esercizio e in tale campo riconosciamo al Segretario Arzilli un impegno concreto. Ma perché è stata parallelamente perseguita la strada di appesantire le verifiche preventive – si veda il testo di legge della riforma Arzilli del 2010 – che hanno appesantito all'infinito la burocrazia ed hanno incrementato notevolmente la discrezionalità?.
Nel settore del rilascio delle autorizzazioni ad esercitare attività d’impresa, il Partito Socialista ha le idee molto chiare: ben vengano le misure di rafforzamento dei controlli successivi, ma si garantisca una effettiva libertà di accesso all’esercizio dell’attività imprenditoriale eliminando la burocrazia ed affermando la certezza del diritto.
Non riteniamo sia una colpa sostenere una posizione diversa dall’ “Arzilli-pensiero”. Anzi, diciamo con chiarezza che è estremamente dannosa la visione burocratica che si è affermata negli ultimi sei anni di gestione politica della Segreteria all’Industria. Si pensi alla disciplina sulle attività prevalenti che ha clamorosamente messo in crisi l'Ufficio Industria, bloccando di fatto decine di pratiche e creando molti disagi. Forse, invece di andare a Dubai, il Segretario Arzilli potrebbe fare un giretto in qualche ufficio di Sua competenza istituzionale per rendersi conto della situazione, così magari si risparmierebbe risate e figuracce come inevitabile reazione agli slogans sull’efficienza dei “suoi” uffici.
Venendo alla nuova legge sulle licenze, annunciata come grande novità, non si rivela altro che un rinvio costante ad appositi decreti delegati che ancora non ci sono. Ed anche la Carta dei Servizi - strumento fondamentale per il tanto sbandierato rilascio delle licenze in un giorno, tra le altre cose prevista anche dalla Legge del 2010 ma mai attuata (!) – non è stata allegata alla Legge recentemente approvata.
Forse quel "bravo ragazzo" del Segretario Arzilli dovrebbe smetterla con gli slogans ad effetto di cui ha riempito il Paese in questi oltre sei anni di incarico alla Segreteria all'Industria. Basta con la favoletta del Parco Scientifico e Tecnologico che, da quando l'Italia ha fatto cadere il proprio interesse ad una partnership, ha perso completamente di senso.
Mentre Arzilli viaggia in lungo e in largo per il mondo portando con sé pochi eletti, a San Marino i disoccupati dal 2008 ad oggi sono aumentati del 100%.
La Segreteria all'Industria in questi anni si è distinta per aver chiuso centinaia e centinaia di società attraverso la politica del questurino, grazie alla quale per contro, ha scoraggiato gli eventuali investitori che ormai lo evitano con vero piacere.
Per tutti giunge il momento dei bilanci e forse anche il Segretario Arzilli, da così congruo tempo al Governo, dovrebbe cominciare a farsi un esame di coscienza, chiedersi che cosa ha fatto per il nostro Paese e poi trarre le conseguenti conclusioni, facilmente intuibili.
Comunicato stampa Partito Socialista
Infatti, Arzilli è tornato in modo confuso sulla vicenda ai più nota come “Licenzopoli” per giustificare il proprio operato.
Al fine di soccorrere il Segretario all'Industria riteniamo sia giusto precisare alcune cose.
A proposito di “Licenzopoli” è bene ricordare che non si trattava di una sentenza ma bensì di un decreto di archiviazione e, come prevede la legge, il Segretario Arzilli avrebbe avuto la possibilità di impugnarlo di fronte al Giudice delle Appellazioni Penali. Sorge spontaneo un interrogativo: perché non lo ha fatto se la cosa era così importante come Egli afferma?.
Nessuno contesta l'istituzione di controlli successivi al rilascio della licenza d’esercizio e in tale campo riconosciamo al Segretario Arzilli un impegno concreto. Ma perché è stata parallelamente perseguita la strada di appesantire le verifiche preventive – si veda il testo di legge della riforma Arzilli del 2010 – che hanno appesantito all'infinito la burocrazia ed hanno incrementato notevolmente la discrezionalità?.
Nel settore del rilascio delle autorizzazioni ad esercitare attività d’impresa, il Partito Socialista ha le idee molto chiare: ben vengano le misure di rafforzamento dei controlli successivi, ma si garantisca una effettiva libertà di accesso all’esercizio dell’attività imprenditoriale eliminando la burocrazia ed affermando la certezza del diritto.
Non riteniamo sia una colpa sostenere una posizione diversa dall’ “Arzilli-pensiero”. Anzi, diciamo con chiarezza che è estremamente dannosa la visione burocratica che si è affermata negli ultimi sei anni di gestione politica della Segreteria all’Industria. Si pensi alla disciplina sulle attività prevalenti che ha clamorosamente messo in crisi l'Ufficio Industria, bloccando di fatto decine di pratiche e creando molti disagi. Forse, invece di andare a Dubai, il Segretario Arzilli potrebbe fare un giretto in qualche ufficio di Sua competenza istituzionale per rendersi conto della situazione, così magari si risparmierebbe risate e figuracce come inevitabile reazione agli slogans sull’efficienza dei “suoi” uffici.
Venendo alla nuova legge sulle licenze, annunciata come grande novità, non si rivela altro che un rinvio costante ad appositi decreti delegati che ancora non ci sono. Ed anche la Carta dei Servizi - strumento fondamentale per il tanto sbandierato rilascio delle licenze in un giorno, tra le altre cose prevista anche dalla Legge del 2010 ma mai attuata (!) – non è stata allegata alla Legge recentemente approvata.
Forse quel "bravo ragazzo" del Segretario Arzilli dovrebbe smetterla con gli slogans ad effetto di cui ha riempito il Paese in questi oltre sei anni di incarico alla Segreteria all'Industria. Basta con la favoletta del Parco Scientifico e Tecnologico che, da quando l'Italia ha fatto cadere il proprio interesse ad una partnership, ha perso completamente di senso.
Mentre Arzilli viaggia in lungo e in largo per il mondo portando con sé pochi eletti, a San Marino i disoccupati dal 2008 ad oggi sono aumentati del 100%.
La Segreteria all'Industria in questi anni si è distinta per aver chiuso centinaia e centinaia di società attraverso la politica del questurino, grazie alla quale per contro, ha scoraggiato gli eventuali investitori che ormai lo evitano con vero piacere.
Per tutti giunge il momento dei bilanci e forse anche il Segretario Arzilli, da così congruo tempo al Governo, dovrebbe cominciare a farsi un esame di coscienza, chiedersi che cosa ha fatto per il nostro Paese e poi trarre le conseguenti conclusioni, facilmente intuibili.
Comunicato stampa Partito Socialista
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