Nel titolo del Congresso – le radici del nuovo - è rinchiusa la grande sfida del Pdcs: tradizione e modernità. Tre giorni per guardarsi dentro, riflettere sull'azione politica, ascoltare la base, scegliere la propria guida per i prossimi tre anni, dare linee di indirizzo. E' un momento delicato, lo è per tutti i partiti tradizionali, chiamati a riflettere sul loro futuro e sul ruolo della politica stessa. E' un Congresso molto importante – spiega Marco Gatti. L'aspettativa è che i nuovi dirigenti ricevano un mandato preciso in una società profondamente cambiata.
Il Pdcs in quanto partito di maggioranza relativa ha una grande responsabilità, spiega il Segretario uscente. Quale opposizione vorrà essere? Un'opposizione che strumentalizza tutto per ottenere consenso o pronta a sostenere ciò che ha ricadute positive per il paese? La risposta è nel suo dna: metterà in campo un'azione politica propositiva, basata sul confronto con parti sociali, società civile e Governo. “Per proseguire nel percorso virtuoso già avviato e non vanificare i sacrifici fatti con scelte errate o non scelte”. Guardando indietro è ciò che ha subito la Dc nella precedente legislatura, afferma Gatti. “I veti incrociati in maggioranza hanno bloccato l'azione di Governo”. “In Direzione ci siamo interrogati anche sulla necessità di creare un contatto con la gente e fare mea culpa”, aggiunge Alessandro Cardelli che invita a ripartire dalla passione e dall'impegno dei militanti. “C'è una nuova classe dirigente che si sta formando, a testimonianza di un partito che ha voglia di rilanciarsi”. La certezza è che farà un'opposizione responsabile, da partito “con cultura di Governo”, in risposta “a posizioni populiste e demagogiche”. “Il Congresso sarà il momento per dire ai cittadini cosa si vuole fare, quale sarà l'approccio del partito sui grandi temi”– afferma Luca Beccari. “Ci sono ideali e valori che rappresentano l'ossatura del Pdcs ma la visione politica cambia in base alle esigenze del paese.” Naturalmente grande attenzione sarà dedicata al tema delle alleanze, con chi la dc si vede nel futuro, con chi vuole privilegiare il dialogo. “ In passato siamo stati il faro di vari Governi, oggi invece le difficoltà di quello attuale è legata all'assenza di una forza politica strutturata in grado di assumersi per prima le sue responsabilità.” In passato c'era un'idea di operatività che oggi non vediamo – concludono. E promettono: non rimarremo in attesa di ciò che proporrà la maggioranza. Sulle questioni più importanti giocheremo il nostro ruolo con strumenti come iniziative popolari, referendum. Chiuso il Congresso inizieranno gli incontri con parti sociali, datoriali e società civile.
Il Pdcs in quanto partito di maggioranza relativa ha una grande responsabilità, spiega il Segretario uscente. Quale opposizione vorrà essere? Un'opposizione che strumentalizza tutto per ottenere consenso o pronta a sostenere ciò che ha ricadute positive per il paese? La risposta è nel suo dna: metterà in campo un'azione politica propositiva, basata sul confronto con parti sociali, società civile e Governo. “Per proseguire nel percorso virtuoso già avviato e non vanificare i sacrifici fatti con scelte errate o non scelte”. Guardando indietro è ciò che ha subito la Dc nella precedente legislatura, afferma Gatti. “I veti incrociati in maggioranza hanno bloccato l'azione di Governo”. “In Direzione ci siamo interrogati anche sulla necessità di creare un contatto con la gente e fare mea culpa”, aggiunge Alessandro Cardelli che invita a ripartire dalla passione e dall'impegno dei militanti. “C'è una nuova classe dirigente che si sta formando, a testimonianza di un partito che ha voglia di rilanciarsi”. La certezza è che farà un'opposizione responsabile, da partito “con cultura di Governo”, in risposta “a posizioni populiste e demagogiche”. “Il Congresso sarà il momento per dire ai cittadini cosa si vuole fare, quale sarà l'approccio del partito sui grandi temi”– afferma Luca Beccari. “Ci sono ideali e valori che rappresentano l'ossatura del Pdcs ma la visione politica cambia in base alle esigenze del paese.” Naturalmente grande attenzione sarà dedicata al tema delle alleanze, con chi la dc si vede nel futuro, con chi vuole privilegiare il dialogo. “ In passato siamo stati il faro di vari Governi, oggi invece le difficoltà di quello attuale è legata all'assenza di una forza politica strutturata in grado di assumersi per prima le sue responsabilità.” In passato c'era un'idea di operatività che oggi non vediamo – concludono. E promettono: non rimarremo in attesa di ciò che proporrà la maggioranza. Sulle questioni più importanti giocheremo il nostro ruolo con strumenti come iniziative popolari, referendum. Chiuso il Congresso inizieranno gli incontri con parti sociali, datoriali e società civile.
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