La Camera approva il rendiconto generale dello Stato, ma il voto di Montecitorio certifica che il governo Berlusconi non ha più la maggioranza. Tuttavia il Cavaliere non si dimette. Sale al Quirinale a confrontarsi con Napolitano ma vuole resistere, puntando a farsi confermare la fiducia, per il momento anche solo al Senato sulla legge di Stabilità. A Montecitorio il governo incassa solo 308 voti: otto in meno di quelli ottenuti nell’ultimo voto di fiducia. Il centrodestra minimizza e parla di «numeri previsti». Ma l'opposizione insorge e, dopo la richiesta di un “passo di lato” in favore di Alfano avanzata da Bossi prima della votazione, reclama dal premier un passo indietro. «Rassegni le dimissioni e rimetta il mandato al capo dello Stato», è l'invito che il leader del Pd Bersani rivolge al Cavaliere. “Se non lo facesse, le opposizioni considererebbero iniziative ulteriori perché così non possiamo andare avanti», aggiunge il segretario dei democratici, facendo implicito riferimento alla mozione di sfiducia di cui si è parlato nei giorni scorsi, specificando a più riprese che la maggioranza non esiste più. Il Cavaliere, che dopo il voto tiene un vertice a palazzo Chigi con Bossi, Maroni e Tremonti, valuta le proprie dimissioni tra i possibili passi: lo confermerebbe un suo biglietto ripreso dai teleobiettivi dei fotografi. Tuttavia, spiegano fonti della maggioranza, per ora intende resistere. Ma la situazione è tutta aperta. Di certo c’è che l’Europa è in seria apprensione per gli spread sui titoli italiani che, secondo il commissario Rehn, volano in modo “drammatico”.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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