Silvio Berlusconi non vuol mollare, ma sui numeri e sugli “scontenti”
del Pdl alla Camera rischia grosso. Per ore circolano voci di un imminente passo indietro del presidente del Consiglio, alimentate da Giuliano Ferrara. Voci che mandano la borsa sull’altalena e che è lo stesso Cavaliere a smentire dopo aver visto i figli e Confalonieri. «Domani si vota il rendiconto generale dello Stato alla Camera, quindi porrò la fiducia sulla lettera presentata all’Unione europea ed alla Bce. Voglio vedere in faccia chi prova a tradirmi», ammonisce Berlusconi, che cerca fino all’ultimo di recuperare qualche voto ed è determinato a giocarsi il tutto e per tutto malgrado il pressing per le dimissioni che gli arriva anche dai ministri del suo governo. Sulla carta, secondo gli ultimi conti, dopo le ultime uscite dal Pdl a Montecitorio il governo non avrebbe più abbastanza voti per continuare la propria marcia. Un segnale potrebbe arrivare già domani alla Camera, proprio al voto sul rendiconto dello Stato, dalla cui bocciatura è partito per l’Esecutivo un mese di passione. Il rendiconto dovrebbe passare, ma solo grazie ad un gioco di astensioni. Dopodichè Berlusconi dovrebbe porre la fiducia. Anche il Pd, che vuole un governo tecnico, lavora ad una propria mozione di sfiducia, ma non tutta l’opposizione è d’accordo: soprattutto l’Udc. Casini, che oggi è stato ricevuto da Napolitano, sta facendo il pieno di adesioni e punta ad un governo “del presidente”, guidato al limite da Gianni Letta e con esponenti del centrodestra. Ma Di Pietro, che su questo la pensa come Berlusconi, se il governo cade chiede le elezioni anticipate.
Da Roma Francesco Bongarrà
del Pdl alla Camera rischia grosso. Per ore circolano voci di un imminente passo indietro del presidente del Consiglio, alimentate da Giuliano Ferrara. Voci che mandano la borsa sull’altalena e che è lo stesso Cavaliere a smentire dopo aver visto i figli e Confalonieri. «Domani si vota il rendiconto generale dello Stato alla Camera, quindi porrò la fiducia sulla lettera presentata all’Unione europea ed alla Bce. Voglio vedere in faccia chi prova a tradirmi», ammonisce Berlusconi, che cerca fino all’ultimo di recuperare qualche voto ed è determinato a giocarsi il tutto e per tutto malgrado il pressing per le dimissioni che gli arriva anche dai ministri del suo governo. Sulla carta, secondo gli ultimi conti, dopo le ultime uscite dal Pdl a Montecitorio il governo non avrebbe più abbastanza voti per continuare la propria marcia. Un segnale potrebbe arrivare già domani alla Camera, proprio al voto sul rendiconto dello Stato, dalla cui bocciatura è partito per l’Esecutivo un mese di passione. Il rendiconto dovrebbe passare, ma solo grazie ad un gioco di astensioni. Dopodichè Berlusconi dovrebbe porre la fiducia. Anche il Pd, che vuole un governo tecnico, lavora ad una propria mozione di sfiducia, ma non tutta l’opposizione è d’accordo: soprattutto l’Udc. Casini, che oggi è stato ricevuto da Napolitano, sta facendo il pieno di adesioni e punta ad un governo “del presidente”, guidato al limite da Gianni Letta e con esponenti del centrodestra. Ma Di Pietro, che su questo la pensa come Berlusconi, se il governo cade chiede le elezioni anticipate.
Da Roma Francesco Bongarrà
Riproduzione riservata ©