Sciolti gli ultimi nodi su taxi e farmacie, il decreto sulle liberalizzazioni approda nell’Aula del Senato. Domani il testo, la cui struttura originaria ha complessivamente retto in commissione malgrado il fortissimo assalto delle lobby, sarà blindato con la fiducia dal governo, che ora si concentra sulla riforma del mercato del lavoro e sulla lotta all’evasione. “Se pagano tutti, le tasse scenderanno” e ci sarà “più equità”, dice il premier che riunisce una task force a Palazzo Chigi, sottolineando che nel 2011 sono stati recuperati 12 miliardi dall’evasione. Mentre infuriano le polemiche tra le forze politiche per il ferimento in Val Susa di uno dei leader del movimento No Tav, con il ministro Cancellieri che invita al dialogo, Bersani che dice no alla violenza e Passera a chiedere la prosecuzione dei lavori dell’alta velocità ferroviaria, il ministro Fornero si accinge a scoprire le sue carte, in particolare sugli ammortizzatori sociali. Un passaggio fondamentale, quello sul lavoro, a cui Mario Monti si accinge con alle spalle una crescita di consenso nell’opinione pubblica: malgrado le lacrime e sangue imposte dalla manovra, secondo un sondaggio il premier godrebbe del sostegno del 59% degli italiani. E, mentre Bersani deve fare i conti con i mal di pancia interni al Pd nel sostegno a Monti dalla riforma del lavoro alle liberalizzazioni, il Pdl guarda al futuro, con Alfano che rilancia le primarie del partito e “molla” Bossi. “Al bivio tra la Lega e l'Italia abbiamo scelto l'Italia. Probabilmente questo ci penalizzerà ora, ma confidiamo che poi venga premiato dagli elettori”, rileva il segretario del partito di Berlusconi.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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