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Politica italiana. Limata la spending review

5 lug 2012
Politica italiana. Limata la spending review
Politica italiana. Limata la spending review
In una nuova giornata nera per le Borse, con gli spread in rialzo malgrado il taglio dei tassi deciso dalla Bce, il Consiglio dei ministri lima la spending review per scongiurare l’aumento dell’Iva.
Mario Monti si ostina a non volere che il decreto venga definito una manovra, anche se per l’entità dei tagli previsti pesa più o meno come una finanziaria. Il testo sarà varato in serata, e il professore alla Camera ne ha chiesto una sollecita approvazione insieme con la ratifica del fiscal compact. Sui tagli la tensione è altissima. La sforbiciata prevista, dalla Pubblica amministrazione alla sanità alla giustizia, non piace a nessuno. Se non esiste una lista di ospedali da chiudere, le regioni definiscono “irricevibili” i tagli annunciati alla sanità. La critica dei governatori è bipartisan. Se Vendola parla di "macelleria sociale", Polverini ritiene che le decisioni del governo "mettono in crisi il sistema". Il Pdl mette le mani avanti: voterà il provvedimento, ma "nessuno – ammonisce Gasparri - pensi di fare cassa mettendo le mani nelle tasche degli italiani”. Il Pd ribadisce che la spesa sociale non deve essere toccata, con Veltroni che chiede al governo di “pensare agli ultimi. E durissimo è Di Pietro, secondo cui per il governo la spending review si traduce in un "gioco sporco". E mentre Napolitano annuncia che nel 2013 lascerà il Quirinale schiacciando l’occhio ad una costituente che però non piace al Pd, dopo un durissimo scontro istituzionale che ha visto contrapporsi i presidenti di Camera e Senato, la Commissione di Vigilanza elegge il nuovo consiglio di amministrazione Rai. Ma Bersani non ci sta ed annuncia: “la governance dell’azienda televisiva di Stato va cambiata, e lo faremo”.

Da Roma Francesco Bongarrà

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