La riforma del mercato del lavoro arriverà comunque “entro marzo”: anche senza l’accordo dei sindacati. E’ quanto assicura Mario Monti a Piazza Affari, raccogliendo il plauso di Confindustria e le perplessità della Cgil. Alla comunità finanziaria, che incontra alla Borsa di Milano, un presidente del Consiglio fiducioso sul buon esito della trattativa sul lavoro, chiede “un contributo fondamentale per la crescita del Paese”. Il premier assicura che “non ci sarà” una nuova manovra economica, anche in base alle indicazioni delle forze politiche della sua maggioranza che lo invitano a rallentare sulla strada del rigore. Ed annuncia per il prossimo Consiglio dei Ministri un pacchetto di semplificazioni fiscali, resi possibili grazie alla lotta all'evasione. Con la prospettiva di un possibile taglio dell’Irpef per i contribuenti onesti. E nel promettere “nessuna deferenza” verso i poteri forti, Monti ribadisce che il governo “difenderà con i denti”
le liberalizzazioni contenute nel decreto che in Senato è stato sepolto da migliaia di emendamenti. L’obiettivo di Palazzo Chigi è garantire la crescita economica, come chiesto in una lettera alla Commissione europea di diversi capi di governo dell’Unione che Francia e Germania non hanno firmato. Un orizzonte pienamente condiviso da Napolitano. Per il presidente della Repubblica la fase dello sviluppo “non è più rinviabile”, le riforme rese prima “impossibili dalla conflittualità della politica” “vanno varate entro questa legislatura”; ed i tagli di spesa “vanno fatti, ma non alla cieca”. E mentre Casini lancia un’”Opa” su una nuova forza di centro, Berlusconi chiama ad Arcore i vertici del Pdl: l’obiettivo è sulle alleanze per le prossime amministrative.
Da Roma Francesco Bongarrà
le liberalizzazioni contenute nel decreto che in Senato è stato sepolto da migliaia di emendamenti. L’obiettivo di Palazzo Chigi è garantire la crescita economica, come chiesto in una lettera alla Commissione europea di diversi capi di governo dell’Unione che Francia e Germania non hanno firmato. Un orizzonte pienamente condiviso da Napolitano. Per il presidente della Repubblica la fase dello sviluppo “non è più rinviabile”, le riforme rese prima “impossibili dalla conflittualità della politica” “vanno varate entro questa legislatura”; ed i tagli di spesa “vanno fatti, ma non alla cieca”. E mentre Casini lancia un’”Opa” su una nuova forza di centro, Berlusconi chiama ad Arcore i vertici del Pdl: l’obiettivo è sulle alleanze per le prossime amministrative.
Da Roma Francesco Bongarrà
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