Alla Camera inizia la discussione sulla Manovra, che è stata approvata al Senato la scorsa settimana. Il presidente del Consiglio Berlusconi domani sarà a Bruxelles e a Strasburgo per confrontarsi sulla crisi economica con i vertici dell’Unione europea. Una missione “ad orologeria” per l’opposizione, convinta che il premier incontrerà domani Barroso ed il presidente dell’Europarlamento per evitare di essere interrogato dai giudici di Napoli sulla vicenda dei faccendieri Lavitola e Tarantini. Ma Berlusconi respinge quella che bolla come un’“assurdità” della sinistra. E, mentre Tremonti incontra i vertici della Lega, ribadisce la necessità di tranquillizzare Bruxelles sulla serietà delle misure varate dal governo, assicurando che il testo sarà approvato a Montecitorio entro mercoledì senza modifiche. Per questo domani alla Camera sulla manovra dovrebbe essere posta la fiducia. Ma, davanti al nuovo pesante crollo delle borse che potrebbe aprire la strada a nuove misure d’emergenza, a partire da un ulteriore aumento dell’Iva e da un ritocco alle pensioni ritenuto inaccettabile da Bossi, l’opposizione chiede sempre più insistentemente a Berlusconi di dimettersi per un governo tecnico che affronti la crisi. Dimissioni auspicate anche da Fini e che Veltroni ritiene “indispensabili”, visto che, sottolinea Di Pietro, “Berlusconi è come Saddam Hussein”. Ma né il premier né Alfano pensano a passi indietro. E il segretario del Pdl chiede agli esponenti del suo partito che ultimamente hanno fatto registrare posizioni critiche nei confronti di Palazzo Chigi di tacere e di serrare le file a sostegno del governo.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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