“Non è la soluzione di tutti i mali ma è un progetto concreto”. Alessandro Mancini ufficializza il favore del partito socialista ricordando che, già in passato, avevano messo nero su bianco la necessita? di creare in territorio un distretto commerciale del lusso. Guardiamo con molto interesse a questo progetto economico, sottolinea. E mi stupisco che chi è uscito di recente dal partito socialista, e ha sostenuto questi progetti, oggi sia capofila di chi non lo vuole. Di treni ne sono passati e la storia ci deve insegnare qualcosa, ricorda. Potevamo essere i primi nel circondario a fare un grande centro commerciale e ne avremmo tratto grande beneficio. Quando è il momento di fare con coraggio e determinazione certe scelte. Gli risponde Pedini Amati. “Il partito socialista vota si ma lo sapevamo da tempo che la maggioranza è composta da 50 consiglieri”. Per lui la campagna elettorale è già in atto, soprattutto da parte di ap che – afferma - deve spendere sulla testa di tutti un progetto senza capo ne coda. Le posizioni più critiche sono quelle di Rete e Civico 10. Matteo Zeppa punta il dito sui posti di lavoro passati, sottolinea, da 400 a 350. Oggi si parla di circa 200 dipendenti con criteri di preferenza per i residenti a San Marino, smentendo l'unico incontro che l'opposizione ha avuto con il gruppo imprenditoriale dove gli occupati erano 400. I motivi per cui è saltato l'accordo con il Queen outlet non sono irrilevanti, sottolinea Luca Santolini. Serviva una tassazione sui grandi patrimoni immobiliari sfitti, ma nessuno ha fatto nulla. A parole siete tutti leoni, afferma, ma andare contro simili centri di potere è un'altra cosa. Il partito che prevale nel Paese è quello del si, afferma Massimo Cenci di Noi Sammarinesi. Certo è più semplice cavalcare l'onda, accusa, perdere occasioni pulite e farle spostare a 10 chilometri dal nostro confine. Il Segretario alle finanze smentisce chi afferma che da questa operazione non arriveranno introiti per le casse dello Stato. Subito 2 milioni di monofase, afferma, prima che parta il centro vero e proprio. Sulla seconda fase il minimo previsto è 1 milione. Quando sarà a regime il polo del lusso garantirà introiti da 7 ai 10 milioni. Anche a livello di imposte dirette, precisa Capicchioni, le deroghe non esentano da un minimo del 3,4% sui redditi realizzati sia dai promotori che dai marchi che si insedieranno. Dire no, conclude, significa che San Marino non vuole investitori esteri e non possiamo permetterci che passi questo messaggio. Per Denise Bronzetti le perplessità – anche le mie, sottolinea – devono aiutare nel percorso che da oggi porterà al funzionamento del polo del lusso. Non è stata una semplice trattativa tra privati. C'è stato un intervento importante dello Stato e le istituzioni dovranno verificare il processo di realizzazione e tutto quello che comporterà almeno per i primi 5 anni di vita reale.
Sonia Tura
Sonia Tura
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