Un unico simbolo, che racchiude quello dei due partiti che mantengono comunque la propria individualità e autonomia, ma che presenteranno una lista unica. Nel simbolo, il vecchio Palazzo Pubblico, per sottolineare la storia e le tradizioni così cari alle due forze, e il futuro, “perché crediamo nell’attività del nostro Parlamento”, sottolineano. “Più che un matrimonio il nostro è un battesimo – spiega Angela Venturini – il naturale sbocco dopo tante iniziative e battaglie comuni, voluto anche e soprattutto per superare il fortissimo sbarramento imposto dalla legge elettorale, a causa del quale i partitini potrebbero anche sparire”. “Abbiamo voluto semplificare il quadro politico – dice Glauco Sansovini – che, così frammentato, ha portato scompiglio nell’elettorato, che speriamo ora prenda forza”. “Siamo disponibili al confronto, la nostra Unione è aperta – rincara Romeo Morri – ma diciamo NO a inciuci e a governicchi. Se questa maggioranza non ce la fa, come sembra palese, chiediamo elezioni anticipate. E continuando la collaborazione nel gruppo di coordinamento al quale aderiscono anche Dc e Noi sammarinesi, ci presentiamo come alternativi a questo centro sinistra che ha distrutto il Paese”. E l’Unione non intende alimentare le chiacchiere che circolano su un ipotetico ritorno di fiamma tra Dc e Psd: “Da una parte c’è il gossip – concludono – dall’altra un lavoro serio e concreto per lavorare ad una vera coalizione”.
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