Solo per il ricordo di Giovanni Falcone Giuliano Pisapia e Letizia Moratti si sono fugacemente per la prima volta stretti la mano. Segno di un clima politico incandescente a cinque giorni dai ballottaggi per le Amministrative. Non mancano importanti appelli alla moderazione: dal capo dello Stato Napolitano che denuncia un eccesso di “partigianeria politica” al presidente del Senato Schifani che si dice “preoccupato” soprattutto dal clima da “anni bui” di Milano. E anche la Chiesa, con il Cardinale Bagnasco, denuncia una politica “rissosa”, ormai ridotta per il presidente dei Vescovi italiani a “un litigio perenne”. Appelli che sembrano però destinati a cadere nel vuoto. Intanto non si spegne la polemica tra Pdl e Lega sul trasferimento dei ministeri al nord, la “sorpresa” annunciata per sostenere la Moratti. Berlusconi, sotto pressione dei vertici romani del suo partito, accetterebbe di creare fuori Roma dei dipartimenti. Ma la Lega non ci sta: l’accordo con Bossi era per i ministeri. Intanto il premier attacca Pisapia. “Milano non può diventare una città islamica, una ‘zingaropoli’ assediata dagli stranieri”, dice il presidente del Consiglio accusando il candidato sindaco di sinistra di essere “appoggiato da centri sociali e frange estremiste”. Dal Pd, che lavora a un partito unico della sinistra, gli risponde Bersani: “Berlusconi fa ridere: si accorgerà che alimentando le paure non si vince”. E, mentre il governo pone la fiducia sul decreto Omnibus con le norme per evitare il referendum sul nucleare, il giudice Grasso chiude la porta sulla riforma della Giustizia. “I magistrati non dialogano con chi li definisce un cancro”, dice il procuratore nazionale antimafia.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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