Dure dichiarazioni quelle dell'architetto Stefano Boeri dopo la mancata firma del Piano regolatore. "Mi è stato chiesto di trascurare la sicurezza dei cittadini", dichiara Boeri in un'intervista al Corriere Romagna. Uno dei pilastri, spiega l'architetto, era "la messa in sicurezza di un territorio fragile", insieme alla riduzione del consumo di suolo, alla rigenerazione del territorio e all'investimento su verde e rinnovabili.
Per la prima volta, prosegue, è stata creata una mappa del rischio idrogeologico. Il Piano, consegnato nel 2019, dice, era "pronto per essere approvato dal Consiglio", ma "non è mai stato adottato né portato in discussione". È "inspiegabile e immotivato", aggiunge.
Il segretario al Territorio Stefano Canti non ci sta e parla di "strumentalizzazioni politiche". "La richiesta all'architetto Boeri - afferma Canti - era semplicemente quella di trattare le aree da edificare come quelle già edificate". Quindi, spiega, "prima di costruire si devono fare opere di riassetto, per ottenere poi il diritto edificatorio".
"Ci è stato chiesto di togliere il retino di non edificabilità ad alcune delle aree a maggior rischio", accusa Boeri nell'intervista. Questo per "tutelare" diritti legati al Piano del '92. Rendere le zone di nuovo edificabili, prosegue, "significherebbe mettere in secondo piano sicurezza e salute dei cittadini". "Quanto accaduto nelle Marche con l'alluvione - tuona Boeri - dovrebbe essere di monito". "Quando l'architetto parla del retino - risponde Canti - credo faccia riferimento al mio predecessore Michelotti". Intendiamo "salvaguardare i diritti acquisiti - ribadisce il Segretario al Territorio - quindi non togliere l'edificabilità a nessun cittadino, guardando però alla messa in sicurezza del territorio tramite opere di riassetto, come viene fatto in tutto il mondo".
Nel servizio, l'intervista a Stefano Canti (segretario di Stato al Territorio)