La sfida è trovare risorse e al tempo stesso aumentare la competitività del sistema. Equazione difficile, se non impossibile, ma la Segreteria alle Finanze punta tutto sulla riforma fiscale. Una rivisitazione del sistema tributario, a 26 anni dall’ultimo intervento, incentrata su tre criteri di fondo: equità, efficienza e trasparenza. L’intento è quello di non inasprire la pressione fiscale ma di far emergere un sommerso. Si parte dall’analisi dei dati, che mettono in luce aspetti singolari e un fenomeno diffuso, quello dell’erosione del gettito. Nel mondo delle società il 40% non paga un euro di tasse, o denuncia un reddito inferiore ai 30 mila euro l’anno. Solo 858 imprese, il 20% del totale, contribuiscono al 92% del gettito complessivo. Fra i correttivi si ipotizza l’introduzione di una minimum tax, il pagamento cioè di un importo minimo per quelle aziende sotto i 30 mila euro l’anno, che dovrebbe fruttare quasi 6 milioni di euro. Per le restanti si andrebbero a cancellare le varie defiscalizzazioni per introdurre criteri precisi per l’accesso agli incentivi, destinati, ad esempio, a chi investe in ricerca o innovazione tecnologica. Novità in vista anche per i dipendenti, che vedrebbero cancellato l’attuale abbattimento del reddito, pari al 23,60%, che lascerà il posto a deduzioni documentate, dietro presentazione cioè di spese realmente effettuate. Prevista anche una no tax area, un tetto minimo di reddito al di sotto del quale non si pagherebbero imposte, e un innalzamento delle detrazioni per carichi familiari. Anche per i lavoratori autonomi si ipotizza la minimun tax, mentre sparirebbe la forfetizzazione. Per loro la possibilità di scegliere fra un regime progressivo, lo stesso dei dipendenti, o uno proporzionale, come per le società.
Nel video l'intervista al Segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini.
Sergio Berducci
Nel video l'intervista al Segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini.
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