Il Partito Socialista esprime forte preoccupazione per il settore bancario e finanziario. Troppi i segni negativi, troppo forte il calo occupazionale, scarsa l'incidenza di Banca Centrale per il consolidamento di un segmento di importanza rilevante per il Paese, troppo basso il livello di attenzione del Governo. Il Segretario, Simone Celli, snocciola i dati, che definisce inquietanti: una perdita d'esercizio di oltre 200 milioni di euro, crediti dubbi che superano il miliardo, una riduzione complessiva di quasi 200 lavoratori, fra banche e finanziarie. “Paradossalmente – dichiara Celli – Banca Centrale ha invece incrementato i suoi dipendenti, arrivati oggi a quota 95. C'è qualcosa che non torna”. Il Segretario socialista punta il dito anche sul mancato raggiungimento del memorandum d'intesa con Banca d'Italia, definito superato dal Presidente di Banca Centrale ma successivamente rilanciato da Segretario alle Finanze e Presidente dell'associazione bancaria. “Quel memorandum – dichiara Celli – è fondamentale per dare operatività al settore bancario e finanziario. Non si può più tergiversare, occorrono risposte concrete e urgenti”. L'attacco del Partito Socialista è rivolto anche al Governo, accusato di aver derubricato dall'agenda politica l'argomento delle banche e di non avere la governance del settore. Nel momento in cui stanno avvenendo movimenti significativi, come accorpamenti, fusioni e addirittura chiusure, i socialisti denunciano l'assenza di una strategia d'insieme e rinnovano alla maggioranza la richiesta di un dibattito specifico ed approfondito in Consiglio Grande e Generale.
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