E’ la prudenza il sentimento che sembra emergere dal consiglio di direzione del Partito dei Socialisti e Democratici. In ballo c’è la decisione sulla riforma elettorale, sulla opportunità o meno di far proseguire l’iter parlamentare del provvedimento, se portarlo cioè al voto della seconda lettura dopo la presentazione all’assemblea consiliare. Un nodo che dovrà essere sciolto domani mattina, quando si riunirà l’Ufficio di Presidenza per fissare l’ordine del giorno della prossima sessione consiliare. All’attenzione del PSD c’è l’invito esplicito formulato dalle 4 forze che già avevano firmato un ordine del giorno comune in materia, vale a dire Alleanza popolare, Nuovo Partito Socialista, Sinistra Unita e Popolari. Tutti insieme avevano anticipato la disponibilità a garantire il loro voto al disegno di legge nonostante le perplessità. Fatti i conti i consiglieri di quello che diventerebbe uno schieramento pro riforma sarebbero 31, almeno sulla carta, ma non è detto che tutti in blocco votino il progetto legislativo e che non si registri, in fase di voto, qualche defezione. Allora il rischio sarebbe quello di una sonora bocciatura e la conseguenza politica piuttosto pesante. E’ questa una evenienza che preoccupa il parlamentino del PSD e proprio per questa ragione l’invito sembra essere alla prudenza. La legge elettorale è materia troppo importante perché si possano correre simili rischi e perché debba essere approvata con una maggioranza risicata. Dagli interventi in casa dei socialisti e democratici si ribadisce la volontà di ricercare sul tema le più ampie convergenze e condivisioni. Stando ad alcune indiscrezioni nelle ore precedenti la riunione i vertici del PSD avrebbero avuto una serie di contatti informali, ma nulla trapela sull’esito di questi colloqui. Tutto è rimandato a domani, quando nell’Ufficio di Presidenza sarà comunicata la decisione ufficiale del PSD.
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