“Nulla di definito ancora”. Il giorno dopo il terremoto in casa del partito dei socialisti e democratici con le dimissioni del presidente Denise Bronzetti, il segretario del partito Giovagnoli liquida con poche parole la situazione, alle prese con una crisi che rischia di portare a congresso un partito lacerato. La decisione del capogruppo Psd non è un fulmine a ciel sereno, ma potrebbe rinfocolare lo scontento di altri della sede di via Ordelaffi. In primis i giovani che si preparano all'assise generale con documenti già approvati, tra i quali un codice etico innovativo per certi versi, ma la fotocopia di un partito con ambizioni di governo. Di certo in settimana ci sarà un nuovo confronto con l'ex reggente per cercare una mediazione. “Nel partito tira aria congressuale”, commenta Fiorenzo Stolfi, “con le inevitabili fibrillazioni, timori, aspettative e ambizioni”. Insomma tutto abbastanza normale per il politico che si prepara all'assise generale forte dell'appoggio di una parte del Psd. Una presenza scomoda per la componente democratica che non intende stare a guardare, come conferma il segretario Giuseppe Morganti. In una settimana monopolizzata dai lavori consigliari i vertici del partito saranno impegnati anche in una complessa mediazione. Per evitare di mettere in crisi anche gli equilibri all'interno della maggioranza.
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