L’affermazione è della coalizione Riforme e Libertà, che non condivide affatto la posizione della coalizione avversaria, il Patto per San Marino, che non ha inteso condividere la proposta di una nomina bipartisan.
“I Capi di Stato – spiegano – sono in questa fase elettorale gli unici garanti di tutte e due le coalizioni e riteniamo dovessero essere rappresentanza di entrambe. Scegliere diversamente – commentano – è un atteggiamento arrogante e non certo di dialogo”.
Un punto sul quale il centro sinistra insiste, continua a cercare la mediazione e pensa addirittura di presentare all’aula parlamentare una coppia alternativa, una Reggenza che potrebbe essere scelta – lasciano intendere – anche fuori dal Consiglio, fra le persone autorevoli che possono rappresentare il Paese. Nomi non ne fanno ma annunciano la possibile iniziativa.
Poi c’è la questione dell’articolo 7: “perché – si chiede Claudio Felici – hanno tanta paura di 800 giovani che avrebbero il diritto di votare? Perché continuano a negargli questa opportunità anche se ci sarebbero le condizioni?”. Il capogruppo del PSD parla di imposizione politica di Alleanza Popolare sulla DC, “che – spiega – ha condiviso l’abrogazione e oggi accetta il diktat di AP”.
Al Patto per San Marino danno il benvenuto, come coalizione, convinti che questo aiuti a fare maggiore chiarezza, ma lanciano accuse di mancanza di sensibilità al dialogo. Lo fanno Monica Bollini, che critica quella che definisce l’esibizione dei muscoli, e Alessandro Rossi che ritiene che il tentativo di delegittimare gli avversari non sia lo spirito giusto per affrontare la campagna elettorale. “I loro toni – sostiene Giovanni Lonfernini – sono arroganti, le loro azioni contraddittorie. Uno degli alleati – precisa – dichiara di voler liberare la politica dai dinosauri, altri invece gli stessi dinosauri li candidano in lista”.
La prossima settimana Riforme e Libertà presenterà ufficialmente il programma e poi lo illustrerà alle forze sociali ed economiche del Paese. A chi gli ha contestato di avere lo stesso programma del vecchio governo rispondono polemicamente: fra le cose che riproporremo ci sono anche quelle che Alleanza Popolare ha condiviso, quando ha firmato testi e programmi e poi ha deciso di fare il salto del fosso.
“I Capi di Stato – spiegano – sono in questa fase elettorale gli unici garanti di tutte e due le coalizioni e riteniamo dovessero essere rappresentanza di entrambe. Scegliere diversamente – commentano – è un atteggiamento arrogante e non certo di dialogo”.
Un punto sul quale il centro sinistra insiste, continua a cercare la mediazione e pensa addirittura di presentare all’aula parlamentare una coppia alternativa, una Reggenza che potrebbe essere scelta – lasciano intendere – anche fuori dal Consiglio, fra le persone autorevoli che possono rappresentare il Paese. Nomi non ne fanno ma annunciano la possibile iniziativa.
Poi c’è la questione dell’articolo 7: “perché – si chiede Claudio Felici – hanno tanta paura di 800 giovani che avrebbero il diritto di votare? Perché continuano a negargli questa opportunità anche se ci sarebbero le condizioni?”. Il capogruppo del PSD parla di imposizione politica di Alleanza Popolare sulla DC, “che – spiega – ha condiviso l’abrogazione e oggi accetta il diktat di AP”.
Al Patto per San Marino danno il benvenuto, come coalizione, convinti che questo aiuti a fare maggiore chiarezza, ma lanciano accuse di mancanza di sensibilità al dialogo. Lo fanno Monica Bollini, che critica quella che definisce l’esibizione dei muscoli, e Alessandro Rossi che ritiene che il tentativo di delegittimare gli avversari non sia lo spirito giusto per affrontare la campagna elettorale. “I loro toni – sostiene Giovanni Lonfernini – sono arroganti, le loro azioni contraddittorie. Uno degli alleati – precisa – dichiara di voler liberare la politica dai dinosauri, altri invece gli stessi dinosauri li candidano in lista”.
La prossima settimana Riforme e Libertà presenterà ufficialmente il programma e poi lo illustrerà alle forze sociali ed economiche del Paese. A chi gli ha contestato di avere lo stesso programma del vecchio governo rispondono polemicamente: fra le cose che riproporremo ci sono anche quelle che Alleanza Popolare ha condiviso, quando ha firmato testi e programmi e poi ha deciso di fare il salto del fosso.
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