“Non intendiamo abrogare le norme vigenti del Codice Penale, confermiamo i quesiti referendari così come sono stati presentati.” Con queste parole il Comitato per il Referendum sul Casinò chiarisce al Collegio Garante le proprie intenzioni, così come richiesto dai saggi. Nell’ordinanza emessa il 7 maggio scorso, infatti, il Collegio Garante assegnava ai promotori 15 giorni di tempo per un’eventuale correzione del quesito considerato che, oltre alla legge specifica che vieta e definisce il gioco d’azzardo, gli stessi criteri sono previsti nell’articolo 281 del Codice Penale. Le nostre proposte - spiega il Comitato nella memoria inviata - mirano alla costituzione di un’autorità statale che definisce una normativa relativa ai giochi d’azzardo o della sorte. Una normativa - scrivono i promotori - trasparente che garantisca cittadini e istituzioni da conseguenze negative e dannose. “Non vogliamo - spiegano - introdurre genericamente il gioco d’azzardo, ma regolamentarlo ed autorizzarlo in luoghi che siano comunque sotto il diretto controllo dello Stato. Questo - aggiungono - comporterà la modifica dell’articolo 281 del Codice Penale e non la sua abrogazione. Riteniamo - conclude una nota - che le delucidazioni fornite inducano il Collegio ad ammettere i referendum così come proposti”.
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