La Repubblica vive una sorta di embargo silenzioso. Il Governo in questo momento attende dall’Italia un segnale di disponibilità, dopo l’ultima lettera consegnata all’Ambasciatore Giorgio Marini, con l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Grande e Generale. Ma ormai non c’è più tempo e se da oltreconfine non arriverà alcun segnale è chiaro che l’Esecutivo dovrà fare altre cose per salvaguardare la sovranità del paese e l’operatività del proprio sistema economico. Dal governo qualcuno aveva già anticipato che ci sono altre carte da giocare, ma nessuno si era voluto sbilanciare di più. Resta lo sconcerto davanti al silenzio del governo italiano. “Ci sfugge la ratio di questa situazione”, hanno detto i rappresentanti dell’esecutivo. San Marino si accredita presso gli organismi internazionali, l’Ocse dà atto al Titano di essere tra i Paesi che hanno incrementato lo scambio di informazioni e pone la Repubblica tra i 74 Stati che hanno sostanzialmente applicato gli standard internazionali sulla cooperazione fiscale. L’unico Paese che a tutt’oggi non riconosce i passi fatti da San Marino è l’Italia, continuando a mantenere il Titano nella black list redatta dal Ministero delle finanze. Una differenza di atteggiamento che continua, indipendentemente dalla volontà di San Marino.
Sonia Tura
Sonia Tura
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