E’ un giudizio duro quello di Pasquale Valentini sul mancato inserimento di San Marino nella white list, l’elenco dei paesi cosiddetti “collaborativi”. “La questione – afferma – è grave e si inserisce in una situazione già compromessa”. Il segretario democristiano punta il dito sulla politica estera, “sull’incapacità – sostiene – di mantenere rapporti fra i due Paesi improntati alla fiducia reciproca e di far emergere necessità e volontà della Repubblica. Il rischio è quello che il sistema economico sammarinese subisca ulteriori penalizzazioni”. “Il segretario Macina – aggiunge Valentini – parla di una situazione temporanea ma dovrebbe sapere che senza rivedere il rapporto con l’Italia, non c’è alcuna garanzia di un atteggiamento diverso. Quello che sta accadendo – conclude – smentisce anche chi ha pensato che la politica estera sammarinese andasse vissuta più in chiave europea che nel rapporto con il nostro vicino di casa”.
Per Mario Venturini la vicenda è preoccupante, al di là dei tentativi di giustificazione. “Scontiamo i ritardi – aggiunge il coordinatore di Alleanza Popolare – con cui si sono affrontate le questioni delle difficili eredità del passato. Sarà un fardello in più – conclude – per il governo che nascerà dopo le elezioni, che una volta per tutte dovrà affrontare la questione del rapporto con l’Italia”.
“Il lavoro fatto nel bilaterale con l’Italia – spiega il capogruppo del PSD, Claudio Felici – doveva servire proprio a recuperare questi terreni, che ritardi precedenti avevano compromesso. La crisi di governo prima e la fine della legislatura poi – aggiunge – hanno causato anche questo. Ancora una volta – conclude – scontiamo la decisione di chi, per ragioni interne, ha voluto metter fine ad un’esperienza importante”.
Gabriele Gattei, della Lista Civica Noi Sammarinesi chiede di conoscere cause e ragioni del ritardo e i nomi dei responsabili. “Perché – si chiede – non si è agito per tempo? Perché la normativa 2007 non è stata varata già adeguata alle pretese esterne? Forse – conclude – perché era più importante pensare al numero delle case da gioco e all’ingresso in Europa, piuttosto che ristabilire buoni rapporti con l’Italia”.
Il capogruppo di Sinistra Unita, Alessandro Rossi, definisce la questione molto delicata, segno evidente delle difficoltà nei rapporti fra i due stati. “C’è molto da fare. Il percorso adottato nell’ultimo scorcio di legislatura – afferma – dimostra che si stava percorrendo la strada giuste e le resistenze venivano proprio dalle forze di opposizione, e in particolare dalla DC, che oggi – dichiara – punta il dito accusatore. Non vedo in questo – conclude – alcuna responsabilità del governo di centro sinistra”.
Stefano Caringi (Banca Centrale): "Prevista l'esclusione dalla white list"
Per Mario Venturini la vicenda è preoccupante, al di là dei tentativi di giustificazione. “Scontiamo i ritardi – aggiunge il coordinatore di Alleanza Popolare – con cui si sono affrontate le questioni delle difficili eredità del passato. Sarà un fardello in più – conclude – per il governo che nascerà dopo le elezioni, che una volta per tutte dovrà affrontare la questione del rapporto con l’Italia”.
“Il lavoro fatto nel bilaterale con l’Italia – spiega il capogruppo del PSD, Claudio Felici – doveva servire proprio a recuperare questi terreni, che ritardi precedenti avevano compromesso. La crisi di governo prima e la fine della legislatura poi – aggiunge – hanno causato anche questo. Ancora una volta – conclude – scontiamo la decisione di chi, per ragioni interne, ha voluto metter fine ad un’esperienza importante”.
Gabriele Gattei, della Lista Civica Noi Sammarinesi chiede di conoscere cause e ragioni del ritardo e i nomi dei responsabili. “Perché – si chiede – non si è agito per tempo? Perché la normativa 2007 non è stata varata già adeguata alle pretese esterne? Forse – conclude – perché era più importante pensare al numero delle case da gioco e all’ingresso in Europa, piuttosto che ristabilire buoni rapporti con l’Italia”.
Il capogruppo di Sinistra Unita, Alessandro Rossi, definisce la questione molto delicata, segno evidente delle difficoltà nei rapporti fra i due stati. “C’è molto da fare. Il percorso adottato nell’ultimo scorcio di legislatura – afferma – dimostra che si stava percorrendo la strada giuste e le resistenze venivano proprio dalle forze di opposizione, e in particolare dalla DC, che oggi – dichiara – punta il dito accusatore. Non vedo in questo – conclude – alcuna responsabilità del governo di centro sinistra”.
Stefano Caringi (Banca Centrale): "Prevista l'esclusione dalla white list"
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