Un incontro non dovuto ma voluto dai promotori che sottolineano la loro completa fiducia nel ruolo di garante istituzionale della Reggenza. Il referendum vuole abrogare la legge del 5 maggio scorso che riporta alla maggioranza assoluta - 29 sì - i voti necessari per vendere i terreni dello Stato. Prima di questa modifica erano necessari 40 voti. Una scelta scandalosa e amorale, dicono i promotori che adesso hanno 90 giorni di tempo per raccogliere 500 firme da consegnare, insieme al quesito, al Collegio dei Garanti. La legge che fissava la maggioranza dei due terzi era nata proprio per evitare il referendum. Il territorio, sottolinea il comitato promotore, non appartiene alla maggioranza di turno. Qui è stato preso in giro tutto il Paese, con il pretesto di dare opportunità di sviluppo alle aziende mentre siamo in piena recessione. Per Cesare Gasperoni forse, in previsione delle elezioni, si vuole fare qualche regalo, mentre Paolo Giardi sottolinea la necessità di un cambiamento culturale radicale, in un Paese che ha sempre cercato di sostituire il privilegio al diritto. Abbiamo una densità abitativa simile a quella di Roma, precisa Gilberto Rossini, sottolineando che dal 69 ad oggi il territorio è stato usato da tutte le forze politiche con finalità clientelari. Nel video l’intervista Marino Cardinali (Comitato promotore referendum)
Sonia Tura
Sonia Tura
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