Passa con una schiacciante maggioranza di Sì la depenalizzazione dell'aborto dove si è votato il referendum che cancella il reato per le donne che interrompono la gravidanza. Il Sì vince con 77,28% dei voti contro il 22,72%. E' un risultato storico per la Repubblica di San Marino, che a 43 anni di distanza dalla legge italiana, ammette l'aborto. Il referendum di iniziativa popolare, che ha visto in prima linea l'Unione donne sammarinesi (Uds), segna un momento importante di un percorso iniziato nel 2003 con la prima proposta di legge in questo senso da parte della parlamentare di Sinistra Unita Vanessa Muratori.
I votanti totali sono stati 14.558. Il voto interno si è attestato sul 60,30% per un totale di 13.850 voti. Gli elettori esteri sono stati invece 708. Concluse le operazioni di voto e di scrutinio, il risultato del referendum sarà comunicato dai Capitani Reggenti con decreto.
Con la vittoria del sì, il Congresso di Stato sarà chiamato a redigere entro sei mesi un progetto di legge volto a disciplinare l’interruzione volontaria di gravidanza in territorio sammarinese. La Reggenza, ricevuto il progetto di legge, lo trasmetterà al Collegio Garante della costituzionalità delle norme perché si esprima sulla compatibilità della proposta. Il Congresso di Stato depositerà poi il progetto di legge all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Grande e Generale che lo inserirà all’ordine del giorno della prima seduta utile.
“L’importante affluenza, in linea con quella del 2019 - ha commentato il Segretario Elena Tonnini - conferma l’attenzione dei sammarinesi per lo strumento del referendum con la differenza che, in questa occasione, si è chiesto alla cittadinanza di esprimersi su un unico quesito mentre nel recente passato i quesiti erano due o più. L’esito referendario, il grande divario tra sì e no evidenzia che i sammarinesi hanno le idee chiare sul tema dell’interruzione di gravidanza”.