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Referendum: via libera dei Garanti alla modifica della legge elettorale, slitta la decisione sui fondi pensione

15 gen 2019
Garanti
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I Garanti hanno detto sì. Il quesito referendario sulla legge elettorale, riformulato dall'opposizione dopo la bocciatura di ottobre, questa volta è stato dichiarato ammissibile. Mantiene inalterato l'obiettivo di fondo: risolvere le criticità prevedendo che al primo turno, in assenza di un vincitore, venga affidato dalla Reggenza il mandato esplorativo per formare un nuovo Governo a chi abbia ottenuto la maggioranza relativa. In caso di insuccesso, a provarci è il secondo arrivato.

Rispetto alla prima versione sono stati tolti il premio di maggioranza al primo turno e la parte relativa alla modifica delle soglie di sbarramento sebbene quest'ultimo aspetto non sia stato contestato ai fini dell'ammissibilità. Viene inoltre chiarito che la ricerca dell'accordo per formare il Governo non avvenga “spacchettando” le coalizioni. Resta inalterato il ricorso al ballottaggio come extrema ratio e con le regole attuali, dopo i due tentativi andati a vuoto.

Soddisfatto il legale rappresentante del comitato promotore Luca Beccari, “la cosa più importante – commenta - è che i cittadini potranno esprimersi su una modifica alla legge elettorale che vuole superare le criticità derivanti dall'applicazione del premio di maggioranza al secondo turno che, come noto, porta ad attribuire un gran numero di seggi alla coalizione vincente penalizzando la rappresentatività in Consiglio delle altre forze politiche. Il Collegio – continua Beccari - si è inoltre espresso in maniera netta sui principali rilievi del comitato contrario risolvendo una delle principali contestazioni, vale a dire l'ammissibilità di un referendum che abbia come oggetto una legge qualificata”.

Slitta invece la decisione sul secondo referendum per mettere in sicurezza i fondi pensione depositati nelle banche segregandoli progressivamente del 10% ogni anno fino a raggiungere l'importo complessivo.
Lunedì i Garanti hanno convocato il Direttore Generale di Banca Centrale proprio sulla fattibilità della segregazione dei Fondi.

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